
L’UDU segnala una scarsa collaborazione dei docenti e la mancanza di un’informazione adeguata sulla possibilità di continuare a sostenere gli esami da remoto anche nella sessione estiva
“La pandemia da SARS-CoV-2 con la quale conviviamo ormai da un anno e mezzo ha sconvolto diversi settori della nostra società e anche noi studenti e studentesse abbiamo subìto un cambiamento radicale nei nostri modi di vivere, di confrontarci, di studiare“. Cominciano così gli studenti dell’Unione degli Universitari di Ferrara di fronte al tema del ritorno in presenza della vita all’interno dell’ateneo, dalle lezione agli esami in presenza.
“Inizialmente era stato dichiarato dall’Università che la didattica a distanza sarebbe stata garantita per tutto l’anno accademico, bloccando ogni parvenza di una ripresa in presenza, perchè non si vuole ‘mettere a rischio la salute degli studenti’ e ‘non ci sono le condizioni per una riapertura delle aule’. E adesso?” Si chiedono gli studenti. “Si ‘concede la possibilità’ degli esami in presenza, lasciando gli studenti e le studentesse in balia di decisioni discrezionali da parte dei docenti su chi potrà continuare a svolgere gli esami in telematica e chi invece dovrà recarsi in università, tutto questo comunicato solo poche settimane o addirittura giorni prima dall’inizio della sessione estiva. L’Università è composta da una moltitudine di persone provenienti da luoghi differenti e con esigenze diverse, scegliendo di proseguire su questa strada non si fa altro che incrementare le disparità tra studenti/studentesse del Nord e del Sud, tra chi ha un ISEE annuo di 23.000 euro e chi invece lo ha di 50/100.000, o chi risulta essere soggetto fragile (o averlo in famiglia)“.
“Determinate cose potrebbero essere fatte diversamente – continuano –, e non lo diciamo per il gusto di lamentarci, ma perché, da studenti e studentesse, cerchiamo di raccogliere la voce di tutta la nostra componente. Voce che spesso viene messa da parte.
Dopo aver cercato di agire sui singoli insegnamenti in cui si era venuto a creare il problema e far da tramite, abbiamo deciso di capire il reale andamento generale – raccontano dall’UDU –. Così, nelle scorse settimane abbiamo creato e diffuso tra gli studenti e le studentesse un questionario anonimo uninominale per capire quale fosse la loro opinione sull’organizzazione della sessione estiva. Dopo una sola settimana dalla diffusione del nostro sondaggio, le persone che avevano risposto erano circa 700 e il quadro che abbiamo riscontrato ci è sembrato fin da subito allarmante: della componente studentesca intervistata circa il 60% ha dichiarato di avere esami in presenza, ma nel 40,3% dei casi il/la docente non ha verificato l’effettiva disponibilità degli studenti e delle studentesse a recarsi a Ferrara, non offrendo loro la possibilità di svolgere l’esame in modalità telematica. Di questi solo il 9,7% ha invece fatto richiesta e potrà svolgere l’esame da remoto; alla restante parte degli studenti e delle studentesse è stata negata l’opzione di avere appelli online oppure è stata concessa loro la possibilità di svolgere un solo appello in modalità telematica per tutto il corso della sessione estiva.
Molti e molte dichiarano di non sentirsi trattati e trattate in modo egualitario“.
“A differenza degli altri miei colleghi, io avrò la possibilità di svolgere un solo appello nella sessione estiva.”
“Non ho mai ricevuto risposta.”
“Mi è stato concesso di farlo in telematica solo nel caso in cui presenterò un certificato medico.”
“Ho a disposizione un solo appello da remoto.”
Queste alcune delle delle risposte – o non risposte – che gli studenti hanno ricevuto.
“Poter affrontare gli esami nelle migliori condizioni possibili è un diritto imprescindibile, a maggior ragione avere la possibilità di ritentare un esame più di una volta. Il clima di disagio causato dalla situazione pandemica nei confronti di tutte le componenti, non giustifica il modus operandi perpetrato – denunciano gli studenti ferraresi –. A fronte delle nostre segnalazioni, ci siamo, nella maggior parte dei casi, trovati e trovate di fronte ad un muro, etichettati come indisponenti e sempre ingiustamente critici nei confronti del collegio docenti e di tutto il sistema universitario ferrarese, se non addirittura ignorati. L’Università esiste grazie a noi; studentesse e studenti non sono di passaggio ma sono parte fondamentale della vita dell’Ateneo. La nostra voce deve essere ascoltata.
Ci auguriamo fortemente che con le elezioni del nuovo rettore/rettrice questa situazione possa cambiare. Confidiamo che chi farà parte della nuova governance d’Ateneo saprà dare un assetto diverso al rapporto con gli studenti: un’Università fatta da studenti e studentesse per studenti e studentesse“.

A margine di tutto ciò, l’Unione degli Universitari segnale come negli ultimi giorni la problematica sugli esami abbia scatenato un forte dibattito anche tra le associazioni studentesche. A tal proposito, la Presidentessa del Consiglio Studenti, nonché nostra Coordinatrice, Mariantonietta Falduto, ci terrebbe a rispedire al mittente le accuse di Link- Studenti Indipendenti, che “in tutta questa situazione sembrano preoccuparsi unicamente di attaccare la rappresentanza studentesca“. In un momento così delicato, suggerisce ai consiglieri e alle consigliere di lavorare negli organi in cui sono stati eletti/e nei modi e nei tempi indicati senza attaccare strumentalmente il suo ruolo.
“Link mi accusa – racconta la Presidentessa del Consiglio degli Studenti di Unife – di aver avuto un atteggiamento silente e di non aver voluto convocare un CdS per discutere la problematica. Sono convinta che fare azioni come organo di rappresentanza abbia sicuramente un peso politico diverso dall’agire come singole associazioni. Per questo ho proposto io stessa più volte una seduta, ordinaria, formale e verbalizzata, di CdS per discuterne, ma non una riunione informale, come loro avevano proposto, che non avrebbe fruttato nessun risultato. L’organo preposto alla discussione è il Consiglio Studenti. Mi impegno a formalizzare una convocazione anche più di una volta al mese facendo di tutto per non venire mai meno al mio impegno, ma essere additata come colei che non ha voluto convocare, di aver fornito date troppo distanti o di avere poco coraggio, sono tutte accuse che rispedisco gentilmente indietro.
Azione Universitaria mi accusa, inoltre, di non aver voluto fare un comunicato stampa a difesa degli studenti per paura di ripercussioni politiche. Vorrei solo rispondere che di questo fantomatico comunicato non ho mai avuto notizia. Noi di Unione degli Universitari siamo sempre in prima linea per batterci in difesa delle studentesse e degli studenti, e non abbiamo paura di mostrare il nostro operato attraverso azioni concrete all’interno dell’ateneo di Ferrara.
Non c’è stato un solo giorno in 3 anni di rappresentanza in cui non mi sono battuta e schierata al fianco di studentesse e studenti, e e mai ci sarà un solo giorno, finchè rimarrò in Università, in cui non alzerò la voce per loro!“