Non ci sono nuovi reparti con altro personale aggiunto per rispondere alla pandemia: sono reparti riconvertiti per i pazienti Covid

I casi di positività a Covid-19 crescono in modo esponenziale e costante anche in provincia di Ferrara. Nelle ultime settimane si sta assistendo a numeri mai visti con una media giornaliera settimanale di 551 casi (nella terza ondata si era arrivati al massimo a 300) con punte di oltre 800 casi al giorno – oggi sono 907, ndr -, e un’incidenza attuale di 1.000 casi per 100mila abitanti.

Nel corso del format web settimanale a cura di Ausl Fe, Salute Focus Ferrara, Emanuele Ciotti, direttore sanitario Ausl Ferrara, insieme ad altri specialisti, ha esposto il punto della situazione illustrando le conseguenze sulla sanità territoriale.

Gli alti numeri di contagi sono, verosimilmente, determinati dalla variante Omicron che su territorio nazionale è tra il 30-40% e determina una grandissima diffusione del virus. Stando ai dati che si stanno consolidando su Omicron – ha spiegato Ciotti – “questa variante ha una ridotta patogenità infiammatoria e degenerativa sui polmoni ma, rimanendo più sulle vie aeree, determina una grossissima diffusione del virus attraverso l’aerosol“.

Questo si ripercuote inevitabilmente anche sui ricoveri.

Abbiamo una pressione comunque importante – ha illustrato Ciotti – su 7000 positivi in questo momento nella nostra provincia, abbiamo 252 ricoverati (50 in più rispetto alla settimana scorsa) su 262 posti letto disponibili. Di questi 19 sono in terapia intensiva (15 a Cona e 4 al Delta). Grande lavoro degli ospedali – ha proseguito ancora il direttore sanitario – ma anche grande impegno per le Usca che stanno seguendo a domicilio 860 pazienti positivi (550 il picco nella terza ondata)”.

A spiegare cosa significa per gli ospedali la necessità di aumentare i posti letto da destinare ai pazienti Covid, è stato invece Roberto Bentivegna, direttore della Direzione Medica di Presidio Ausl Ferrara. “Quando parliamo di nuovi posti letto in realtà parliamo di riconversioni – ha precisato Bentivegna -, non ci sono nuovi reparti con altro personale aggiunto per rispondere alla pandemia, ma sono reparti riconvertiti per i pazienti CovidSe guardiamo alla sola Azienda Usl, in questo momento ci sono 122 letti che sono stati “sottratti” alla risposta di tutto ciò che non è Covid ma che continua ad esserci”.

Oggi ad esempio i Pronto Soccorso sono pieni di pazienti Covid e non Covid e tutti hanno bisogno di risposte ma un collo di bottiglia si crea per questa necessità di riconversione dei reparti e – ha proseguito Bentivegna – si arriva a dover chiudere alcuni servizi per recuperare personale da destinare alla gestione dei pazienti Covid”.

Al momento infatti, negli ospedali del Delta e di Cento l’attività chirurgica è solo per le urgenze e i pazienti con patologie oncologiche.

Ultimo ma non ultimo – ha poi concluso Bentivegna – la positività tra il personale. I numeri non sono come nelle altre ondate ma sono in aumento. Si tratta soprattutto di asintomatici ma sono risorse che vengono meno”.

Impegno costante anche per il personale della campagna vaccinale che dal 10 gennaio subirà una ulteriore accelerazione con la riduzione a 4 mesi del tempo che deve intercorrere tra la seconda e la terza dose. “Siamo pronti – ha commentato il direttore sanitario Ciotti – per il target della terza dose abbiamo già raggiunto una copertura del 70%”.

Si procede a circa 3200 vaccinazioni al giorno, tra queste ci sono anche quelle della fascia 5-11 anni che è al 7% di copertura. Dal 10 gennaioperò anche qui ci si aspetta un incremento con il coinvolgimento dei pediatri di libera di scelta.