Patrick Zaki (foto Egyptian Initiative for Personal Rights)

Oggi in Senato la mozione per la cittadinanza italiana allo studente egiziano dell’università Alma Mater di Bologna che da oltre un anno è in carcere in Egitto

Oggi, martedì 13 aprile si voterà al Senato la mozione sulla proposta di concedere la cittadinanza italiana a Patrick Zaki. A rilanciare questa richiesta, che raccoglie l’appello sottoscritto da quasi 200.000 persone su Change.org, espressa anche dal Presidente della Regione Bonaccini, dal mondo accademico e da molti Comuni della nostra Regione, sono nuovamente i rappresentanti degli studenti e delle studentesse dell’Emilia-Romagna, questa volta con una lettera congiunta.

La lettera, firmata dal Presidente e dalla Vicepresidente della Consulta Regionale degli Studenti dell’Emilia- Romagna e dai Presidenti di tutte le Consulte e i Consigli Studenteschi delle Università e degli Istituti di Alta formazione artistica, musicale e coreutica dell’Emilia-Romagna, si rivolge ai Presidenti delle Camere Casellati e Fico, al Presidente dell’Europarlamento Sassoli e ai Ministri Lamorgese e Di Maio.

Abbiamo deciso di scrivere ai Presidenti delle massime istituzioni rappresentative italiane ed europee perché crediamo che sia una questione che ci tocca come cittadine e cittadini ancor prima che come studentesse e studenti; con loro, ci siamo rivolti anche ai Ministri Lamorgese e Di Maio perché sono loro a poter avviare il procedimento di concessione della cittadinanza secondo quanto previsto dalla Legge”, dicono i firmatari della lettera.

Rappresentiamo, tutte e tutti insieme, oltre 160.000 studentesse e studenti che hanno scelto di portare avanti i propri studi in Emilia-Romagna, esattamente come ha fatto Patrick. Per questo abbiamo deciso di unire le nostre voci per richiedere che a Patrick sia concessa la cittadinanza italiana ed europea. Patrick è un membro della nostra comunità accademica; concedergli la cittadinanza è uno strumento necessario per garantirgli maggiori tutele legali, il nostro Paese e l’Unione Europea non possono restare a guardare mentre vengono violati i diritti umani.
Chiediamo alle Istituzioni di accogliere questa proposta e di dimostrare che l’Italia vuole fare tutto il possibile perché Patrick possa presto tornare a studiare con noi qui in Emilia-Romagna”, concludono i firmatari.

La lettera

Nella lettera inviate a Presidenti e Ministri, le Presidenti e i Presidenti degli Organi di rappresentanza delle studentesse e degli studenti universitari e degli istituti di alta formazione artistica, musicale e coreutica con sede in Emilia-Romagna, si dicono “consapevoli dell’onere che in questa fase storica portiamo con noi, in rappresentanza di tutte le studentesse e tutti gli studenti dell’Emilia-Romagna, Regione in cui Patrick Zaki ha scelto di condurre una parte dei suoi studi universitari“.

Dopo che qualche giorno fa è arrivata per Patrick l’ennesima conferma della detenzione cautelare: altri 45 giorni che si aggiungono ai 14 mesi già trascorsi. “La vicenda giudiziaria e umana di Patrick in questi mesi ha continuato a rimanere all’attenzione dei media e della politica grazie alle forti azioni di pezzi di società civile che, a partire dal mondo accademico, hanno da subito fatto sentire a Patrick supporto e sostegno e si sono mobilitati per la sua causa“. I rappresentanti degli studenti emiliano-romagnoli si dicono orgogliosi delle mobilitazioni condivise da migliaia di studentesse e studenti di tutte le parti d’Italia, “i quali si sono uniti nella consapevolezza di condividere, come comunità accademica, un unico destino“.

La lettera inviata alle Istituzioni nazionali ed europee chiede di “fare Vostra la richiesta giunta da centinaia di migliaia di persone di concedere la cittadinanza italiana a Patrick Zaki. Si tratterebbe per lui di un importante segnale di vicinanza e di un deciso rafforzamento delle possibilità di far valere in giudizio le garanzie dello stato di diritto e l’assistenza diplomatica del nostro Paese e dell’Unione Europea, di cui Patrick acquisirebbe la cittadinanza insieme a quella italiana“.

Si tratterebbe – continuano – di un importante passo anche per il nostro Paese, per affermare che l’Italia è davvero quel Paese che “riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità”“, come recita l’articolo 2 della nostra Costituzione.

Il testo integrale della lettera: leggila qui