
Il Sindaco di Ferrara: “Ci auguriamo che nel decreto alla firma siano accolte le richieste delle Regioni, che ad ora mitigano notevolmente gli effetti di provvedimenti eccessivamente restrittivi“
“Ci auguriamo che alle parole del presidente del Consiglio facciano immediatamente seguito i fatti: confidiamo nelle prossime ore di sapere quali e quanti aiuti saranno previsti, sperando chiaramente che questi siano erogati velocemente e che siano adeguati. Mi riferisco agli indennizzi promessi per le chiusure anticipate imposte a ristoranti, bar, gelaterie e pasticcerie e per gli altri settori colpiti e anche alle misure annunciate dal ministro Spadafora per il sostegno al mondo dello sport, a palestre e piscine costrette alla chiusura“. Queste le parole di Alan Fabbri, Sindaco di Ferrara e, da pochi giorni, responsabile autonomie Anci, a commento del nuovo Dpcm disposto dal Governo.
“Rimango fermamente convinto – continua Fabbri – che ignorare le proposte delle Regioni sia stato un grave errore. Regioni che chiedevano di scongiurare quello che nei fatti si configura come un vero e proprio semi-lockdown e di tarare le misure sulla base dei dati epidemiologici di riferimento. Invece, in molti casi, le scelte adottate dall’Esecutivo sembrano prescindere da questi dati. Sono in costante contatto con altri sindaci e con le categorie produttive. Rinnovo la mia piena disponibilità alla collaborazione. Dobbiamo essere attrezzati, da subito, a preparare la ricostruzione economica quando tutto questo sarà finito, unendo le forze e convergendo su un obiettivo comune: il bene delle nostre comunità”. Così il sindaco di Ferrara Alan Fabbri, vicepresidente Anci Emilia-Romagna e responsabile Anci nazionale in materia di ‘Politiche istituzionali, riforme e autonomie“.
“Esprimiamo massimo supporto alle proposte e richieste delle Regioni, già formalizzate al presidente del consiglio, a partire dalla necessità di un impegno da parte del Governo a ristorare le attività che hanno subìto limitazioni e/o chiusure – ha poi aggiunto Alan Fabbri –. I settori coinvolti hanno bisogno di aiuti immediati e adeguati, a partire da nuove misure su: credito di imposta sugli affitti, moratoria sul cuneo fiscale, risorse a fondo perduto. Come sostengono le Regioni occorre inoltre evitare la chiusura dei ristoranti prima delle 23, scongiurare l’obbligo di chiusura domenicale ed evitare anche la chiusura dei bar prima delle 20, con la possibilità di stare aperti più a lungo per chi può garantire il servizio al tavolo. Sulle chiusure di palestre, piscine, centri sportivi, cinema, teatri si deve agire partendo dai dati epidemiologici di riferimento, non in maniera generalizzata“.
“Le Regioni sono ad oggi presidio di buon senso e di concretezza di fronte a un governo che sembra adottare provvedimenti da una prospettiva lontana dalla realtà. Non si può far pagare a titolari di palestre, centri e attività sportive, baristi, ristoratori, operatori di fiere e congressi, lavoratori dello spettacolo, imprenditori in genere gli errori del governo e le mancanze dell’Esecutivo sotto il profilo gestionale. Soprattutto su un tema come la salute non sono ammissibili le leggerezze, superficialità, approssimazioni e contraddizioni viste fino ad oggi.
Ci auguriamo che nel decreto alla firma siano accolte le richieste delle Regioni, che ad ora mitigano notevolmente gli effetti di provvedimenti eccessivamente restrittivi che creerebbero solo ulteriore desertificazione economica, senza proteggere realmente la comunità. Davvero il governo ha dato una settimana di tempo a titolari di palestre e piscine per adeguarsi alle disposizioni e ora – dopo che molti di loro hanno investito denaro e risorse – vuole imporre chiusure forzate? Se fosse così, sarebbe un modo di agire insensato e scorretto.
Ogni blocco imposto è una sconfitta per tutti e, laddove possibile, deve essere evitato, con atteggiamento pragmatico, attento e selettivo, non con misure generalizzate. L’obiettivo deve essere tutelare la salute pubblica, partendo dalle situazioni maggiormente critiche (penso, in primis, alle case residenza per anziani, che devono essere al centro dell’attenzione di tutti). La scelta delle misure da adottare non può ridursi a un braccio di ferro politico tra le spinte interne del governo. I Comuni – ha concluso Fabbri – ci sono e continueranno ad esserci, in prima fila e a contatto con i cittadini, per dare un contributo di concretezza e di realtà a chi ha la responsabilità di guidare il Paese in questa fase difficile“.