
Le indagini riguardano il presunto riciclaggio dei 49 milioni di euro ottenuti dal Carroccio come rimborsi elettorali
Le indagini sui fondi della Lega hanno condotto la Guardia di Finanza di Genova a perquisire gli uffici del Comune di Bondeno. Le indagini riguardano il presunto riciclaggio dei 49 milioni di euro ottenuti dal Carroccio come rimborsi elettorali grazie a bilanci non trasparenti all’epoca della gestione del leader Umberto Bossi e dell’ex tesoriere Francesco Belsito.
La Guardia di Finanza indaga sul versamento al Comune di Bondeno di una donazione di quasi 1 milione di euro da parte della Lega regionale. La somma sarebbe stata in un primo momento trasferita alla Lega regionale dell’Emilia Romagna che a sua volta l’avrebbe rimessa come donazione al Comune di Bondeno. Nel paese da anni “feudo” leghista, e di cui l’attuale Sindaco di Ferrara è stato Primo Cittadino, i militari hanno preso materiale documentale e informativo sui versamenti.
I documenti acquisiti dalla Finanza riguardano un versamento risalente al 2012, quando, dopo il sisma, la Lega ha donato al Comune di Bondeno la somma per costruire una scuola antisismica nella frazione di Scortichino e acquistare dei mezzi per la Protezione civile e i Vigili del Fuoco. Il partito donò quasi un milione di euro al Comune di Bondeno.
In merito alla vicenda Alan Fabbri, oggi Sindaco di Ferrara e all’epoca dei fatti di Bondeno, ha dichiaro a all’agenzia di stampa AdnKronos: “La Guardia di Finanza ha acquisito dei documenti dal Comune di Bondeno per fare verifiche sui soldi che, nel 2012, dopo il sisma, la Lega ha donato per costruire una scuola antisismica e acquistare dei mezzi per la Protezione civile e i Vigili del Fuoco. Il partito donò un milione di euro al Comune di Bondeno. Se è sbagliato donare soldi per una scuola e per i Vigili del Fuoco e la Protezione civile, mi rimetto al giudizio delle persone. Dopo il terremoto del 2012 la Lega donò dei soldi al Comune di Bondeno, così come Italia dei Valori fece per Finale Emilia. La Guardia di Finanza sta facendo accertamenti per via dell’inchiesta, ma basta che uno venga qui e può vedere cosa abbiamo fatto con quei soldi”.
L’inchiesta sui fondi del Carroccio, aperta ormai due anni e mezzo fa, si basa sull’ipotesi che i 49 milioni di rimborsi elettorali ottenuti dal partito tra il 2008 e il 2010, falsificando rendiconti e bilanci (come confermato dalla Cassazione, che però ha dichiarato prescritti i reati per Umberto Bossi e per il tesoriere Belsito), in realtà siano stati occultati per evitarne la confisca.