Franco Farina nel suo studio (foto di Luca Gavagna)

Il progetto culturale di Franco Farina a Palazzo dei Diamanti

Giovedì 8 giugno, alle 11.30 a Palazzo dei Diamanti, nel Salone d’Onore della Pinacoteca Nazionale, verrà presentato il volume “Cerchiare il quadrato”, un racconto a più voci su Franco Farina, storico direttore delle Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea di Ferrara (dal 1963 al 1993), e sul progetto culturale a Palazzo dei Diamanti. 

Oltre ai curatori Chiara Vorrasi, Ada Patrizia Fiorillo e Massimo Marchetti, interverranno il presidente della Fondazione Ferrara Arte Vittorio Sgarbi, l’assessore alla Cultura Marco Gulinelli e l’artista Maurizio Bonora.

Sempre a Palazzo dei Diamanti, a seguito della presentazione del libro, verrà inaugurata la targa dedicata a Franco Farina.

Il libro, appena pubblicato da Ferrara Arte Editore, intende ripercorrere uno dei periodi più significativi della storia artistica, culturale e sociale ferrarese, capace di dialogare con la scena internazionale. Contemporaneamente, viene tracciato un ritratto a tutto tondo della personalità di Franco Farina, suo principale artefice, ancora fonte di ispirazione e modello per i suoi successori. 

In “Cerchiare il quadrato” sono presenti testimonianze di note personalità che a vario titolo sono state protagoniste della programmazione Farina o ne sono state partecipi: artisti quali Marina Abramović, Maurizio Bonora, Fernanda Fedi, Giuliano Giuman, Ugo La Pietra, Federica Marangoni, Elio Marchegiani, e storici dell’arte o critici, come Renato Barilli, Claudio Cerritelli, Bruno D’Amore, Giorgio Di Genova, Marilena Pasquali e Vittorio Sgarbi, restituiscono il clima di spregiudicata apertura e liberalità che si respirava a Ferrara. Nel volume, oltre all’apporto dei curatori, sono intervenuti accademici e storici dell’arte di generazioni diverse – come Tatiana Basso, Flavio Caroli, Ester Coen, Alessandro Del Puppo, Francesca Gallo, Vasilij Gusella, Marco Meneguzzo, Luca Panaro, Francesco Poli, Lorenza Roversi, Claudio Spadoni, per esplorare, con affondi analitici, gli assi portanti del progetto Farina, il suo assetto metodologico-organizzativo e il sistema di relazioni su cui poggiava.

Proprio la «coralità del volume, spiegano i curatori nell’introduzione, è probabilmente la testimonianza più manifesta dell’attualità del lascito di Franco Farina», che sin dagli anni Sessanta si spese – come riporta una nota dell’Archivio GAMC del 1968 – nella costruzione di «musei dinamici, estremamente articolati, capaci di fornire un costante aggiornamento culturale alla cittadinanza e fare del museo quel “servizio pubblico” che segue (meglio se anticipa) l’humus culturale affiorante sempre dalla storia e attraverso l’oggi è proteso nel domani». 

«L’impresa di Franco Farina – scrive Vittorio Sgarbi nel volume – è stata una grande opera di educazione e di formazione, senza i vezzi del critico militante o del curatore indipendente, ma con lo spirito vero del maestro».

«Franco Farina fece diventare Palazzo dei Diamanti un punto di riferimento internazionale per l’arte contemporanea, attraverso mostre di grandi artisti come Rauschenberg, Warhol, Jim Dine, Schifano, Vedova e molti altri – aggiunge l’assessore Marco Gulinelli –. Questo volume a lui dedicato è un omaggio ad un grande della nostra città che ben aveva compreso che l’attività museale iniziava, in quegli anni, ad articolarsi in diversi generi ed artisti, dando una nuova vocazione al sistema espositivo. Farina ha indicato altresì un equilibrio estetico capace di rendere gli spazi museali non solo luoghi d’arte, ma anche affascinanti sedi dal punto di vista architettonico, nella piena consapevolezza di offrire proposte artistiche d’avanguardia, ma anche identitarie, e ricordandoci bene come la città cresca insieme al suo territorio».