Nel fine settimana appena trascorso Ferrara si è trasformata nel teatro di straordinari eventi internazionali che stanno ridefinendo il mondo in cui viviamo. Il festival torna il 29-30 settembre e 1 ottobre 2023

Si chiude con 61.000 presenze, tutti gli incontri sold out e appuntamento al 29 settembre del 2023, la XVI edizione di Internazionale a Ferrara, il festival di giornalismo organizzato dal settimanale Internazionale e dal Comune di Ferrara. Con 160 ore di programmazione, 200 ospiti da 30 paesi, oltre 110 incontri e 10 workshopInternazionale a Ferrara è tornata a riempire le sale e il centro storico di Ferrara con giornalisti da tutto il mondo e grande partecipazione di pubblico. In 110 tra staff di produzione, responsabili di spazio, segreterie organizzative, studenti delle scuole del territorio, si sono impegnati senza sosta durante i tre giorni della manifestazione per garantirne il sereno svolgimento. 

Dal 30 settembre al 2 ottobre, Ferrara si è trasformata nel teatro di straordinari eventi internazionali che stanno ridefinendo il mondo in cui viviamo. Si è parlato del Brasile di Bolsonaro alla vigilia delle elezioni, del ruolo degli indigeni brasiliani e delle criticità di questo momento di passaggio, che rischia di diventare drammatico, con Ricardo Rao, avvocato e indigenista brasiliano attualmente rifugiato in Italia in seguito alle minacce ricevute per il suo lavoro in difesa dei popoli originari. Si sono esplorati i nuovi scenari della guerra russo-ucraina, negli stessi giorni dell’annessione russa, con il giornalista russo Tikhon Dzyadko, direttore dell’ultima televisione indipendente russa, ora costretta a trasmettere dalla Lettonia, con la giornalista ucraina Nataliya Gumenyuk, fondatrice del Public interest journalism lab (PIJL) che documenta in prima linea i crimini di guerra commessi in Ucraina, e con l’accademica ucraina Victoria Vdovychenko, tra le principali esperte di politica estera italiana in Ucraina. Ancora, il racconto dell’Italia appena uscita dalle elezioni politiche con lo storico britannico David Broder e i corrispondenti dei giornali stranieri in Italia Eric Jozsef di Libération e Silvia Sciorilli Borrelli del Financial Times, per commentare l’esito del voto.

E mentre l’Iran viene attraversato dalle proteste delle donne in seguito alla morte di Masha Amini, che rivendicano a gran voce i propri diritti e la propria libertà, sono intervenuti la scrittrice e poeta Bita Malakuti, la regista e fotografa Mozhde Nourmohammadi, lo scrittore e drammaturgo Mohammad Tolouei, per raccontare il paese, la sua cultura e le nuove prospettive sociali e politiche che si stanno aprendo. Grande successo di pubblico per il fumettista Zerocalcare e la scrittrice e attivista Djarah Kan, che si sono confrontati su come dai margini e dalle soggettività che li abitano si sprigionino straordinarie potenzialità creative, davvero capaci di trasformare i nostri immaginari e le nostre società.

Nella giornata di sabato, un momento di solidarietà ha poi unito diversi giornalisti intervenuti a Internazionale alle donne iraniane: “I diritti delle donne ci riguardano tutte” ha affermato Valeria Manieri, giornalista e co-founder del media civico Le Contemporanee, manifestando la propria vicinanza alle proteste tagliandosi una ciocca di capelli insieme agli altri presenti e partecipando così al gesto simbolo delle manifestazioni.

“Internazionale torna a essere, anche quest’anno, un’occasione per l’approfondimento e la riflessione attorno ai temi di rilevanza globale – ha dichiarato il sindaco di Ferrara Alan Fabbri – Confermate inoltre le sue potenzialità attrattive, alla luce del pubblico raggiunto. Guerra e crisi energetica, in particolare, hanno dimostrato anche di recente, come gli scenari internazionali possano impattare gravemente sui territori. Sono così necessarie una riflessione continua e scelte conseguenti. Anche e soprattutto la politica è chiamata a trovare risposte di fronte a sfide epocali. In questo contesto Internazionale ha offerto spunti, idee, esperienze, momenti e punti di vista di sicuro interesse. Grazie al Direttore Giovanni De Mauro, a tutto lo staff e agli organizzatori per aver reso possibile, anche quest’anno, questo evento”.

Chiara Nielsen, vice direttrice di Internazionale e direttrice del Festival insieme a Luisa Ciffolilli, ha commentato a sua volta il successo di questa edizione: “Questa sedicesima edizione ci riporta a stretto contatto con il pubblico, recuperando il lavoro che durante la pandemia avevamo dovuto tradurre in altre forme e modalità. Tornare a vivere e percorrere la città, con centinaia di ospiti e con la grande partecipazione e l’affetto dimostrati dal pubblico, che ha riempito le nostre sale con entusiasmo, è una grande conferma e ci dà nuova energia per continuare questa esperienza”.

Internazionale a Ferrara anche quest’anno ha intercettato le correnti di cambiamento che stanno attraversando i paesi del mondo. I diritti civili sono l’oggetto di numerosissime battaglie, dall’aborto ai diritti delle persone LGBTQI+, fino a tutta la sfera delle libertà personali, e intorno a questi temi si stanno raccogliendo mobilitazioni sempre più trasversali; si è espressa sul tema l’avvocata maltese Désirée Attard“Quello che ho sempre visto essere efficace è fare campagna sul campo e comunicare sempre il tuo messaggio in un modo che sia compreso e sentito da tutti. Gli attivisti possono spesso cadere nella trappola di ignorare o escludere gruppi o classi; questo è un errore. Le campagne di maggior successo hanno risonanza con la maggioranza”. In questo senso, le rivolte delle donne iraniane diventano un simbolo di questo tempo: “Ciò che sta succedendo in Iran – ha commentato la fotografa Mozhde Nourmohammadi – cambierà la società, l’arte, la letteratura: questa forza che vediamo nelle manifestazioni può cambiare tutto quanto”. E il ruolo di un’informazione corretta e approfondita, missione che Internazionale porta avanti dalla nascita, è a sua volta uno dei temi al cuore di questa edizione. Una voce su tutte, quella del giornalista russo Tikhon Dzyadko, costretto a lavorare fuori dal proprio paese: “Sin dall’inizio della sua presidenza Vladimir Putin ha cominciato una guerra con i media russi. Quando è iniziata la guerra le cose sono peggiorate ed essere un giornalista indipendente in Russia è diventato illegale, centinaia di giornalisti indipendenti sono scappati dal Paese. Tutto questo mentre la popolazione russa è desiderosa di informazioni indipendenti, sempre più persone cercano di raggiungere blog e siti web che non siano sotto il controllo governativo e le nostre piattaforme stanno crescendo sempre di più”.