
Intanto il Governo ha stanziato 10 milioni per l’emergenza
Danni per centinaia di milioni tra terreni, aziende agricole e industriali o artigianali, beni culturali, soprattutto a Faenza, distrutti. E, per tante imprese, l’alluvione non è stata l’unica emergenza dopo un periodo di pandemia che le ha messe in ginocchio; e in tanti casi i rimborsi o sono stati di modestissima entità o non sono proprio arrivati. Per questo un gruppo di imprenditori romagnoli interviene. “In questi giorni – si legge in una nota – tutti i media sono pieni impegni di chiunque a rimborsare i danneggiati al 100% anzi meglio di prima, che ben venga e ci mancherebbe, stante le sospette mancate o errate manutenzioni del sistema idrico, ma non dimentichiamo le aziende ancora danneggiate dal Covid tra le quali molte ad oggi hanno avuto solo alcuni punti percentuali di risarcimento sui danni subiti e il resto gli è toccato pagarlo con propri risparmi o indebitandosi, anche queste aziende non vanno dimenticate e vanno completamente risarcite”.
Lo stesso presidente della Regione Emilia-Romagna ha intenzione di chiedere lo stato di calamità a supporto degli agricoltori piegati dall’eccezionale evento atmosferico che ha interessato un territorio che fa dell’agricoltura una parte importante della propria economia e intanto il governo centrale ha stanziato i primi 10 milioni per far fronte all’emergenza. “Non si ferma nelle campagne dell’Emilia-Romagna la conta dei danni della drammatica alluvione che si è abbattuta sulla Regione e che dopo giorni di piogge ha colpito in particolar modo le province di Bologna e Forlì-Cesena e soprattutto tutta la zona del ravennate, vero e proprio cuore della frutticoltura del Paese”. Lo sottolinea il presidente della Copagri Emilia-Romagna Alberto Benetti, all’indomani della riunione del Consiglio dei ministri che ha dichiarato lo stato di emergenza per dodici mesi e ha stanziato dieci milioni di euro a valere sul Fondo per le emergenze nazionali. “Si tratta di un primo stanziamento certamente positivo e utile a cominciare a riparare i danni e far ripartire le tantissime aziende colpite dalla furia degli eventi, anche se i danni superano già le decine di milioni di euro e una loro precisa quantificazione e al momento pressoché impossibile, dal momento che sono ancora moltissime le zone sommerse dall’acqua”, prosegue il presidente, segnalando una particolare criticità nella zona di Bagnacavallo, dove ci sono decine e decine di ettari di colture allagate, perlopiù seminativi e frutteti, nonché diversi allevamenti impraticabili, ancora sotto circa mezzo metro d’acqua.
“Ad essere colpiti nelle campagne sono stati in particolar modo i frutteti, quali kiwi, susine, pere e mele, ma anche i vigneti, nonché le serre e i vivai, senza contare gli ingenti danni ai macchinari, ai capannoni e a tutte le strutture aziendali”, aggiunge il presidente, ad avviso del quale “andranno poi valutati anche i danni in ottica futura, che si prospettano altrettanto ingenti a causa dell’eccesso di acqua presente nei terreni”.