A rischio le coltivazioni di riso: Cenacchi, Presidente della Sezione Riso di Confagricoltura Ferrara e di Confagricoltura Emilia Romagna, lancia l’allarme

Se la Regione Emilia Romagna non concederà la deroga al divieto alla combustione dei residui colturali del riso in campo, la scomparsa delle risaie ferraresi è molto più che una probabilità”. È quanto afferma Giampaolo Cenacchi, Presidente della Sezione Riso di Confagricoltura Ferrara e di Confagricoltura Emilia Romagna. 

La bruciatura delle stoppie e delle paglie di riso è una pratica che ha lo scopo di eliminare le sementi delle infestanti e di riso selvatico, i patogeni, e di evitare la formazione nel terreno di sostanze da fermentazione dannose per il riso – ricorda Cenacchi –. Per la tipologia dei nostri terreni, al momento, non esiste una soluzione alternativa alla bruciatura, perché l’interramento della paglia nei terreni compatti e asfittici, quali sono quelli del basso ferrarese, soggetti a risorgenza della falda acquifera, comporta una degradazione delle paglie molto lenta, con formazione e accumulo di sostanze tossiche che pregiudicano la produttività e salubrità del terreno. Proprio per questo il disciplinare di produzione del Riso Delta del Po IGP considera la bruciatura delle stoppie obbligatoria”.

In dieci anni le risaie ferraresi sono calate da 10 mila ettari a poco più di 4 mila; ciò rappresenta un danno di carattere anche ambientale, in quanto le risaie sommerse sono indispensabili per l’equilibrio idrogeologico, preservano la biodiversità e rappresentano una barriera naturale per contrastare l’eccessiva acidità e salinità nei nostri terreni e la risalita del cuneo salino, perché forse non è chiaro, ma senza la risicoltura l’intero settore agricolo sarà a rischio. Chiediamo quindi che la Regione consenta la bruciatura delle stoppie e delle paglie sui seminativi per le superfici investite a riso, da effettuarsi con le modalità già previste nella precedente deroga, ovvero con modalità atte ad evitare impatti diretti di fumi sulle eventuali abitazioni circostanti, mantenendo il divieto nei giorni in cui dovessero essere state attivate le misure emergenziali per la qualità dell’aria (“bollino rosso”), o in cui fosse stato dichiarato lo stato di grave pericolosità per gli incendi boschivi. Senza la tempestiva emanazione di questa deroga – conclude il Presidente dei risicoltori emiliano romagnoli di Confagricoltura – perderemo uno dei prodotti più caratteristici ed apprezzati della provincia di Ferrara, dato che, come noto, la risicoltura emiliano romagnola è ormai quasi esclusivamente concentrata nel ferrarese”.