Oltre 9 milioni di caselle di posta elettronica bloccate e almeno 5 milioni di italiani senza mail

Oltre 9 milioni di caselle senza posta elettronica

Oltre 9 milioni di caselle di posta elettronica bloccate e almeno 5 milioni di italiani senza mail (quindi senza una grande quantità di servizi, a  partire dallo Spid) probabilmente fino a domani. Ma c’è la conferma che non si tratterebbe di attacchi cyber portati avanti da terzi. È oramai dalla notte del 23 gennaio che Libero Mail è down. Non solo: ad essere colpiti sono anche gli altri servizi di Libero e Virgilio, compresa Virgilio Mail, tutti legati alla società ItaliaOnline. Tutti i servizi citati hanno problemi di accesso e raggiungibilità, e nonostante siano passate più di 48 ore continuano ad esserci migliaia di segnalazioni da parte degli utenti su Downdetector. Il problema dovrebbe risolversi entro il 27 gennaio ma le proteste degli utenti si fanno sempre più pressanti.

Ma vediamo cosa è successo. La sera del 24 gennaio, dopo che il disservizio andava avanti da più 36 ore, il responsabile di Libero, la società ItaliaOnline, ha rilanciato un comunicato stampa con le scuse ufficiali. “Stiamo lavorando incessantemente da ormai diverse ore per risolvere un problema infrastrutturale inaspettato e imprevisto e che non è dipeso da sistemi sviluppati da Italiaonline. Possiamo rassicurare, come già scritto sui nostri portali e touchpoint digitali, che i nostri utenti sono stati in questa situazione di emergenza, e continueranno ad essere sempre, la nostra priorità. L’attuale situazione non è dipendente da attacchi cyber esterni” ha dichiarato Diego Rizzi, Chief Technology Officer di Italiaonline.

Poi, ieri,  25 gennaio alle 15 circa ItaliaOnline, in una nota stampa, ha confermato che il servizio si riprenderà entro le prossime 24/48 ore. Si parla anche delle cause del disservizio. A quanto pare è stata introdotta una nuova tecnologia di storage a supporto delle caselle di posta elettronica, tecnologia fornita da una società esterna. Un bug del sistema operativo però avrebbe compromesso il corretto funzionamento di tutto il sistema. I team di Libero e Virgilio starebbero lavorando a fianco della società responsabile della tecnologia per creare un fix per risolvere la problematica.

Secondo le stime di Sartworld, in Italia ci sono qualcosa come 9 milioni di account di posta di Libero e Virgilio. Ci sarà qualche utente che ha più di un account, ma si parla comunque di milioni di italiani tagliati fuori dalla propria casella di posta elettronica. Ed è più grave di quanto si possa pensare, visto che attualmente l’email serve ad accedere e gestire servizi vitali quali banca, SPID, negozi online e tanto altro. E dopo tre giorni aumenta la possibilità che gli utenti abbiano delle urgenze da risolvere che, senza accesso a mail e PEC, rimarrano irrisolte. Ci sono anche problemi di stampo lavorativo: ad esempio i link per la partecipazione a riunioni e dirette arrivano via mail, e senza l’accesso alla casella di posta è impossibile (o quasi) riceverli. Senza contare che c’è chi usa la casella di posta elettronica per salvare dati sensibili, informazioni di vario genere, documenti e tanto altro. C’è anche chi si lamenta della mancata ricezione di ricette mediche, una cosa ancora più grave di quelle finora citate. Tra l’altro che le email inviate agli indirizzi di posta elettronica di Libero tornano indietro al mittente. E ciò significa anche che le email che sono state inviate alle caselle di Libero e Virgilio in queste oltre 48 ore di down non arriveranno mai, a meno appunto che il mittente non le rimandi.

Adesso parte la corsa ai risarcimenti e tra gli altri vi sono quelli proposti da Altroconsumo.