Trasformazione digitale e costruzioni trainano la ripresa occupazionale, squilibrio fra domanda e offerta di lavoro: le assunzioni crescono in diversi settori ma sempre più difficile reperire personale specializzato

Nel 2022 4 imprese ferraresi su 10 hanno programmato assunzioni: crescono in tutti i settori ma sono sempre di più difficile reperimento le ricerche di personale specializzato, mentre diminuiscono le richieste per le professioni impiegatizie e la domanda di diplomati e qualificati; la difficoltà di reperimento è in aumento per quasi tutti i profili professionali. Questo lo scenario delineato dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio sulla base di interviste personalizzate condotte dall’Ente di Largo Castello e delle rilevazioni del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Anpal, che mostrano chiaramente come i driver principali delle trasformazioni in atto siano le competenze digitali (il 63% delle imprese ha investito in trasformazione digitale nel 2021) e la transizione verso un’economia più sostenibile (il 51% investe in competenze green).

“La ripresa dell’economia porta con sé una ripresa anche per l’occupazione, ma permane il gap tra domanda e offerta di lavoro. Per i profili più qualificati c’è indubbiamente una carenza numerica ed è fondamentale per questo lavorare sull’orientamento all’interno dei percorsi scolastici. Per i profili meno qualificati, invece, un tema chiave è quello dell’esperienza e occorre insistere sulla utilità per i giovani di avere, già dalla scuola, un primo contatto con il mondo del lavoro e di sperimentare sul campo le proprie inclinazioni e abilità”, afferma il commissario straordinario della Camera di commercio, Paolo Govoni.

La necessità di adattarsi rapidamente al mutato scenario della ripresa economica che ha caratterizzato il 2021 ha modificato la domanda delle imprese con un consistente aumento delle difficoltà nel reperire i profili professionali ricercati. Questa ha riguardato 1/3 delle entrate programmate per la mancanza di candidati o per una preparazione non adeguata. Più della metà delle figure professionali con elevata difficoltà di reperimento – evidenzia la Camera di commercio – sono operai specializzati nell’ambito industriale (ad esempio, meccanici collaudatori, saldatori, falegnami, elettricisti nelle costruzioni civili, installatori di impianti di isolamento) e nell’ambito dei servizi (ad esempio, installatori e manutentori di apparecchiature informatiche, operai specializzati nell’installazione e riparazione di apparati di telecomunicazione): per tali profili il mismatch supera sempre il 50% delle richieste delle imprese e può arrivare a coprirne fino quasi ai tre quarti.

Difficoltà di reperimento, in particolare, di laureati in ingegneria elettronica e dell’informazione, di laureati in scienze matematiche, fisiche e informatiche e di quelli in chimica-farmaceutica, di diplomati in meccanica, meccatronica ed energia e di qualificati con indirizzo elettrico.

Nel corso del 2021, per l’industria è stato rilevante l’apporto delle entrate avvenute nelle costruzioni; analoga tendenza si è registrata nei principali settori coinvolti nella trasformazione 4.0 e anche tra i più internazionalizzati: metallurgia, meccanica ed elettronica, utilities.

Nei servizi, invece, le entrate avvenute nel commercio, e soprattutto nell’ingrosso, sono state ancora inferiori ai livelli pre-pandemia, anche per l’effetto della sostituzione del commercio più tradizionale a favore delle consegne a domicilio e dell’e-commerce. Altri settori ancora penalizzati dalla crisi sono i servizi culturali e ricreativi.

Forti investimenti in formazione – ha concluso Govoni – sono indispensabili per favorire un’occupazione di qualità. Una società ad alta intensità di conoscenza è più resiliente e più capace di affrontare i mutamenti”.