
Ieri l’incontro tra i rappresentanti dei balneari di Ascom, Cna, Confartigianato e Confesercenti e i consiglieri regionali Zappaterra e Fabbri
Il Consiglio di Stato ha ritenuto illegittima la legge del 2018 che prorogava le concessioni balneari fino alla fine del 2033 e stabilito che le concessioni in essere sono valide solo fino alla fine del 2023. Decisione che è stata un duro colpo per molti imprenditori e che vede la costa emiliano-romagnola particolarmente coinvolta, con i chilometri di stabilimenti e attività turistiche della Riviera.
Nel pomeriggio di ieri, martedì 16 novembre 2021, presso la sede Cna di Ferrara, i rappresentanti dei balneari nelle Associazioni di categoria ferraresi hanno incontrato i consiglieri regionali Marcella Zappaterra e Marco Fabbri. Un incontro richiesto dagli stessi consiglieri regionali e finalizzato a raccogliere i suggerimenti e le richieste degli attuali gestori degli stabilimenti balneari, dopo la sentenza del Consiglio di Stato che ha escluso l’estensione delle concessioni fino al 2033. All’incontro erano presenti: Giorgio Zavatti per Ascom Confcommercio; Nicola Ghedini e Linda Veronese per CNA Balneari; Vittorio Origlia e Riccardo Mantovani di Confartigianato Balneari Ferrara; Roberto Bellotti e Luca Callegarini di Confesercenti.
“È urgente che il Governo affronti in modo definitivo la materia – si legge nella risoluzione proposta dal gruppo Pd –, attraverso una legge di riordino delle concessioni demaniali con finalità turistico ricreative, che dovrà essere concordata con l’Unione europea per evitare di incorrere in procedure di infrazione che continuerebbero a mettere a rischio un comparto fondamentale per l’economia turistica, nazionale e regionale, e che definisca i criteri per la messa a bando degli stabilimenti balneari”.
Secondo i rappresentanti dei balneari è fondamentale che le nuove procedure di gara tutelino gli interessi degli attuali concessionari, e riconoscano la mole di investimenti che hanno effettuato, anche in tempi recenti: “Altrimenti si rischia di cancellare migliaia di imprese turistiche con tutto l’occupazione e l’indotto che producono“.
Questa la prima richiesta che i balneari della provincia di Ferrara rivolgono al mondo politico e istituzionale: “non chiediamo certo di violare i principi della libera concorrenza – spiegano – ma solo di riconoscere gli investimenti fatti, il denaro speso, i contributi pubblici impiegati, e il valore di ciò che abbiamo creato negli stabilimenti balneari: strutture e attrezzature di valore che potrebbero essere utilizzate anche dai futuri concessionari”.
Le Associazioni dei balneari chiedono che le future gare riconoscano un punteggio adeguato, sulla base degli investimenti effettuati, agli attuali concessionari che intendono concorrere per una nuova assegnazione; chiedono inoltre che sia previsto un indennizzo del concessionario uscente per le strutture/attrezzature di sua proprietà che lascia al nuovo concessionario. “Nei nostri Lidi, molto più che altrove – affermano –, gli stabilimenti balneari occupano un ruolo centrale nell’animazione turistica. Per questo si sono attrezzati per garantire servizi a tutto tondo, dalla ristorazione, allo sport all’intrattenimento serale: hanno allestito molteplici strutture autorizzate che andranno messe a valore“.
I consiglieri si sono nell’impegnativa rivolta alla Giunta sollecitano “l’adozione di una legge nazionale contenente la revisione e il riordino definitivo della disciplina delle concessioni demaniali marittime e delle modalità di affidamento che, nel rispetto dei principi di concorrenza, di libertà di stabilimento, di garanzia dell’esercizio, dello sviluppo e della valorizzazione delle attività imprenditoriali, contenga criteri che, nel rispetto della par condicio, consentano anche di valorizzare l’esperienza professionale e il know-how acquisito da chi ha già svolto attività di gestione di beni analoghi, anche tenendo conto della capacità di interazione del progetto con il complessivo sistema turistico-ricettivo del territorio locale, nonché di tutelare e riconoscere il lavoro, la professionalità e gli investimenti fatti dagli imprenditori balneari e più in generale il valore aziendale delle imprese esistenti, coinvolgendo le Regioni nel percorso di definizione dei requisiti per l’assegnazione delle concessioni balneari turistico ricreative”.
Le associazioni hanno sottolineato un altro punto di grande importanza: l’efficienza della macchina pubblica che dovrà gestire le future gare per le concessioni. E’ probabile che questo impegno sia in capo alle Amministrazioni Comunali, e questo genera concrete preoccupazioni fra i concessionari e gli operatori. Il Comune di Comacchio si trova oggi in forte ritardo nella gestione delle pratiche demaniali: le associazioni da tempo chiedono un servizio efficiente e pienamente funzionante, che ora diviene ancora più urgente.
Dai consiglieri regionali nella menzione affermano: “È fondamentale che venga riconosciuta alle Regioni la possibilità, nell’ambito dei limiti minimi e massimi di durata delle concessioni che verranno stabiliti dalla legislazione nazionale, di modulare la durata delle stesse in modo da assicurare un uso rispondente all’interesse pubblico e alle peculiarità territoriali, ma anche proporzionato all’entità degli investimenti, anche al fine di favorire le innovazioni, peraltro richieste dalla transizione ecologica”.
L’auspicio è che la legge nazionale attribuisca alle Regioni la competenza a prevedere i criteri ed i requisiti dell’accesso ai bandi di gara, per tutelare le peculiarità di ogni territorio e contribuire alla promozione del settore turistico. “Una proposta è poi quella di creare una cabina di regia regionale con gli Enti locali interessati, Anci Emilia-Romagna e tutti gli stakeholders, secondo il metodo partecipativo del Patto per il Lavoro e per il Clima, per definire una linea di lavoro unitaria e una analoga cabina di regia nazionale. Positive in questo senso le dichiarazioni del Ministro al Turismo Garavaglia che si è impegnato davanti agli Assessori regionali in Conferenza delle Regioni a presentare un testo in armonia con la legislazione europea che contenga criteri tutelanti per gli investimenti fatti” concludono i consiglieri.
In conclusione, le associazioni hanno posto ai consiglieri Zappaterra e Fabbri un tema che dovrà essere affrontato anche a livello Regionale e di Governo: “bisogna andare verso una riforma del Demanio che non affossi le migliaia di imprenditori balneari e i loro dipendenti“. “Gli attuali concessionari – hanno detto i rappresentanti dei balneari – sono imprenditori veri, che pagano le tasse, rispettano tutte le normative vigenti e producono indotto e occupazione. Le concessioni che hanno ricevuto le hanno pagate, onorate e valorizzate in chiave turistica. Per questo chiedono che i loro interessi siano riconosciuti e tutelati”.