35 milioni sono atti fiscali sospesi nel 2020 ma si annuncia un nuovo saldo e  stralcio con sconti fino all’80%

Tempi duri per chi ha debiti col fisco. Infatti, la sospensione delle cartelle esattoriali, decisa nel 2020 a causa delle crisi causata dal COVID, non è rientrata tra le tante proroghe del decreto di fine anno. Di conseguenza Governo e i comuni hanno riacceso i motori della riscossione coattiva e nono solo. Infatti, anche l’Agenzia delle Entrate riavvierà la macchina per notificare atti di accertamento, pignorare stipendi e conti correnti e, per contribuenti con debiti superiori a mille euro, bloccare la possibilità di compensare eventuali crediti d’imposta.

In arrivo 50 milioni di atti

In pratica, si tratta di oltre 50 milioni di atti che l’amministrazione ha iniziato ad inviare dall’1 gennaio: 35 milioni tra atti di riscossione (cartelle, ipoteche, fermi amministrativi) sospesi nel 2020 ai quali si aggiungono quelli di inizio 2021. Inoltre, sono invece 15 milioni gli accertamenti e le lettere di compliance. Il Governo ha già annunciato che punterebbe a una nuova rottamazione e al saldo e stralcio. Si tratta di una valanga che rischia di abbattersi sugli italiani già provati dalla crisi e che ha spinto il governo a valutare l’ipotesi di introdurre una nuova rottamazione, la quarta in pochi anni, o un nuovo saldo e stralcio (che comporta riduzioni tra il 50 e l’80% del dovuto).

Invio cadenzato

L’invio sarà graduale e cadenzato. Con ogni probabilità si partirà dagli atti che rischiano la prescrizione. Ma grazie alle nuove e più morbide regole inserite nei primi quattro decreti Ristori (poi diventati un unico provvedimento) il contribuente avrà più tempo per mettersi in regola. Ha intanto 60 giorni per pagare dall’arrivo della cartella. Al termine (o prima) può chiedere la rateazione fino a 72 rate (6 anni) senza neppure dimostrare la difficoltà economica, se il debito è fino a 100 mila euro (prima il limite era 60 mila). O dimostrandola per allungare la restituzione a 10 anni. Se poi, una volta ottenuta la rateazione, si saltano fino a 10 rate e quindi 10 mesi (prima erano 5), si resta “in bonis”, non si perde il diritto al piano di diluizione del debito. Chi riceve una cartella nelle prossime settimane potrebbe dunque iniziare a pagare a fine 2021 o nel 2022. E nel frattempo si bloccano fermi, ipoteche e pignoramenti.

Il buco nel gettito

Lo stop intanto ha creato un notevole buco per l’erario: il gettito delle entrate tributarie erariali derivanti da attività di accertamento e controllo nei primi 10 mesi dell’anno – ha spiegato il Mef – si è attestato a 6,8 miliardi nei primi 10 mesi con un calo di 3 miliardi, pari a -30,8%.