
I negozi non alimentari crollano (-15,1%) mentre iper e supermercati crescono di oltre l’8%
E’ crisi nera per il commercio nella regione Emilia-Romagna. Le vendite a prezzi correnti sono cadute dell’8,3% nel primo trimestre del 2020 rispetto all’analogo periodo del 2019 per gli esercizi al dettaglio in sede fissa dell’Emilia-Romagna. L’epidemia di coronavirus ha accentuato i processi di cambiamento che da anni caratterizzano il settore del commercio, con effetti immediati sui risultati economici. Questo emerge dall’indagine congiunturale realizzata da Camere di commercio e Unioncamere Emilia-Romagna che evidenzia il più ampio crollo delle vendite fino a ora registrato e interrompe una fase di contenimento della tendenza negativa e allontana la prospettiva di un possibile recupero.
Le tipologie del dettaglio
Le vendite dello specializzato alimentare si sono ridotte del 2,7% mentre il dettaglio specializzato non alimentare ha subito un colpo ben più duro scendendo del 15,1%. Al contrario, iper, super e grandi magazzini hanno decisamente beneficiato della situazione ottenendo un forte aumento delle vendite (+8,3%).
La dimensione delle imprese
I dati mostrano una correlazione positiva dell’andamento delle vendite con la dimensione aziendale, con un effetto soglia. La piccola distribuzione, da 1 a 5 addetti, accusa un calo notevole e senza precedenti (-13,4%. Le imprese di media dimensione, da 6 a 19 addetti, registrano una caduta più contenuta (-9%) ma superata solo da quella dell’ultimo trimestre del 2012. Per le imprese con almeno 20 addetti la tendenza risulta molto più contenuta (-2,5%).
Il registro delle imprese
Le imprese attive nel commercio al dettaglio erano 42.764 al 31 marzo 2020. Rispetto ad un anno prima la loro consistenza è diminuita del 3,1 per cento (-1.372 unità). L’andamento negativo è dato dall’ampia riduzione delle ditte individuali (-1.092 unità, -3,6%) e da quella più rapida delle società di persone (-4,4%, -409 unità). Queste risentono dell’attrattività della normativa delle società a responsabilità limitata, che determina una crescita più contenuta delle società di capitale (+2,6 %, +123 unità).