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Sciopero nazionale di 24 ore, dalle 8.30 alle 19.30 non garantite le corse di bus urbani, suburbani ed extraurbani

Le Segreterie del settore Trasporti delle organizzazioni sindacali SGB – Sindacato Generale di Base, CUB – Confederazione Unitaria di Base e il sindacato USB Lavoro privato hanno comunicato l’adesione allo sciopero generale nazionale di 24 ore di tutte le categorie pubbliche e private proclamato dalle Federazioni Nazionali dei sindacati CUB e SGB per venerdì 20 maggio.

Negli orari di sciopero, i servizi di trasporto pubblico urbano, suburbano ed extraurbano non saranno garantiti.

Per quanto riguarda i servizi di bus e altre attività di competenza di Tper riportiamo di seguito le possibili ricadute dello sciopero.

Per i mezzi urbani, extraurbani (bus e corriere) e del servizio Taxibus di Ferrara saranno garantite solamente le corse dai capilinea periferici, centrali e intermedi con orario di partenza fino alle ore 8.15 al mattino e fino alle ore 19.15 alla sera.

Durante lo sciopero, inoltre, al call-center telefonico 051-290290 sarà garantita la presenza di un operatore.

Lo sciopero riguarda anche il personale dedicato al “Marconi Express”, il cui servizio potrebbe non essere garantito, per effetto dell’astensione dei lavoratori, nel corso dell’intera giornata di venerdì 20 maggio.

L’azienda Tper ha fatto sapere che adotterà ogni misura tecnico-organizzativa utile ad agevolare, al termine dello sciopero, un più celere e integrale ripristino del servizio.

Lo sciopero nazionale di 24 ore proclamato per venerdì 20 maggio riguarderà anche i lavoratori delle autostrade, per i quali lo sciopero inizierà alle ore 22 del 19 maggio e terminerà alle ore 22 del 20 maggio, e i lavoratori delle ferrovie, per cui lo sciopero inizierà alle ore 21 di giovedì fino alle 21 del 20 maggio.

Le organizzazioni sindacali hanno indetto lo sciopero generale per:

  • L’immediato cessate il fuoco in Ucraina, la sua smilitarizzazione con il ritiro immediato di tutti gli eserciti e dei posizionamenti militari. Lo stop all’invio di armi in Ucraina e di soldati dall’Italia ai siti Nato. Il ritiro di tutte le missioni militari all’estero.
  • Decreto-legge per il congelamento immediato dei prezzi di tutti i beni ed i servizi primari (generi alimentari di prima necessità a partire dal pane e della pasta, utenze energetiche, carburante, assicurazioni etc). “Non è ammissibile, soprattutto in questa fase di guerra, lasciare libertà di aumenti esponenziali dei prezzi alle imprese fornitrici e agli speculatori intermediari”.
  • Sblocco dei contratti e aumenti salariali. Reintroduzione immediata della scala mobile con adeguamento automatico dei salari all’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai/e e impiegati/e.

E contro:

  1. Le politiche di privatizzazione in atto. Per il controllo pubblico e democratico da parte degli stessi lavoratori e lavoratrici, di tutte le aziende energetiche e strategiche nazionali. “Questo al fine dell’abbattimento delle tariffe e per avviare realmente un processo di riconversione ecologica attraverso l’utilizzo di risorse naturali impiegate per fini pacifici, per fermare il peggioramento delle condizioni climatiche, per migliorare la qualità della vita”.
  2. Le spese militari dirette, indirette e indotte. “Per destinare tali risorse economiche alla scuola, alla sanità pubblica, ai trasporti nonché al salario garantito per disoccupati e sottoccupati”.
  3. Riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. “Le conseguenze degli effetti combinati della pandemia, della guerra guerreggiata e delle sanzioni alla Russia colpiranno esclusivamente lavoratori, lavoratrici e disoccupati distruggendo posti di lavoro in Italia. Solo con la riduzione della giornata lavorativa si potranno salvare centinaia di migliaia di nuclei famigliari da una nuova ondata di povertà e disperazione”.