In piazza Giovanni XXIII posate una panchina gialla, dedicata a Giulio Regeni, e una arcobaleno, dedicata alla Pace e ai Diritti LGBTQ+

Domenica 1 maggio a Portomaggiore è stata inaugurata, in Piazza Giovanni XXIII, la Piazzetta dei Diritti. Oltre alla panchina rossa, inaugurata nel 2020 in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, sono state posate una panchina gialla dedicata a Giulio Regeni e una panchina arcobaleno dedicata alla Pace e ai Diritti LGBTQ+.

Tantissime ieri le persone ad ascoltare gli interventi delle Associazioni e delle Istituzioni. Ad aprire è stato il Sindaco Dario Bernardi: “Abbiamo scelto una data importante e significativa come quella del primo maggio, Giornata internazionale dei Lavoratori, per inaugurare la Piazzetta dei Diritti. La tutela dei diritti e della dignità del lavoro passa anche dal contrasto alla discriminazione e alla violenza, basti ricordare l’importante operazione svolta di recente dalle forze dell’ordine di Portomaggiore contro il caporalato in agricoltura. Sulla dignità del lavoro, che significa dignità di vita nella comunità, va tenuta alta l’attenzione.”

La parola è passata poi a Sara Zancoghi, la più giovane consigliera comunale con delega alle Pari Opportunità “Queste tre panchine sono il simbolo della lotta e della tutela dei Diritti Umani. Non dobbiamo dimenticare che i piccoli gesti, le piccole cose, se unite, diventano un cambiamento”. A seguire l’intervento della vice sindaca Francesca Molesini: “Siamo consapevoli che non è posizionando panchine che si risolvono i problemi, ma di sicuro nemmeno togliendole – vogliamo condividere con tutti i nostri concittadini tematiche così importanti perché è soltanto a mezzo della conoscenza e della memoria che gli episodi più neri hanno la speranza di non ripetersi e soltanto attraverso la conoscenza e la memoria si possono distruggere tabù, paure, ansie e muri causati dall’ignoranza e dalla difficoltà di comunicazione, perché il rispetto possa davvero diventare un patrimonio di tutti”.

Iustina Mocanu, Responsabile di Amnesty International Emilia-Romagna, riferendosi in particolare alla panchina gialla ha detto: “Giulio Regeni è morto lavorando: potevamo essere tutti noi, i nostri figli, le nostre figlie. Non si può restare indifferenti di fronte ai pregiudizi che ignorano la dignità delle persone. Non possiamo voltare il capo noi che diciamo di credere nei valori democratici, nella dignità di ogni uomo, nell’uguaglianza dei diritti”.

Ha proseguito Manuela Macario, consigliera dell’Associazione Arcigay di Ferrara “Gli occhiali d’oro”: “Dati e ricerche incontrovertibili dicono che una persona trans, omosessuale o lesbica è discriminata al lavoro, molte persone non partecipano ai pranzi con i colleghi perché non si sentono libere di esprimersi e di essere se stesse; le discriminazioni sono il frutto di stereotipi e pregiudizi consolidatisi negli anni. Possono manifestarsi in maniera diretta ed esplicita, ma anche in modo più subdolo e difficile da riconoscere e denunciare. Dobbiamo ricordarci che quando escludiamo una persona trans, omosessuale o lesbica da un posto di lavoro rinunciamo a un talento”.

“Dietro alla posa di queste panchine c’è un pensiero – ha detto Paola Castagnotto, Presidentessa del Centro Donna e Giustizia. – Il pensiero di tirare fuori quei valori di tutela così importanti in una giornata come questa. La panchina rossa dà voce a quelle donne che non ci sono più”. Scambio di battute poi con l’Arciprete Don Ugo Berti, che ha partecipato all’inaugurazione ed ha benedetto le nuove panchine e la Piazza. Sono seguiti gli interventi delle studentesse e degli studenti dell’Istituto Superiore Montalcini, che hanno ricordato discorsi e pensieri di personaggi celebri dedicati alla libertà, alla democrazia e ai diritti umani.

Ha concluso l’evento Roberta Mori, Consigliera Regione Emilia-Romagna e componente dell’Assemblea Parità e Diritti delle Persone: “Ci sono 60 guerre nel mondo, 60 conflitti armati, tutti paesi in cui vengono negati i diritti umani. Sembravano tematiche di altri luoghi, altre culture che non sfioravano la nostra democrazia ma dobbiamo ricordarci che ciò che capita altrove può avere effetti anche nel nostro mondo. Sono tante le azioni che la Regione sta mettendo in campo per arrivare ad una visione di comunità regionale, siamo per questo motivo orgogliosi di comuni che il vostro che intraprendono questo tipo di azioni”. Mori ha concluso l’intervento dicendo che la Regione proporrà di istituire un Comitato permanente per Pace e Diritti Umani in Emilia-Romagna.