
Operazione “Red Pass” della Guardia di Finanza: i tre falsificavano i green pass dietro un compenso in denaro, accertati 157 casi di false inoculazioni e 42 casi di corruzione
I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Ferrara hanno eseguito, nelle scorse ore, un provvedimento del G.I.P. presso il Tribunale di Ferrara con cui sono state disposte tre misure cautelari personali nei confronti di due medici di medicina generale, e di una collaboratrice di uno dei due professionisti. I tre sono ritenuti responsabili di aver simulato la somministrazione del vaccino anti Covid-19 e di aver rilasciato false certificazioni di esenzione per patologie inesistenti, dietro compenso di denaro.
I tre soggetti arrestati dovranno rispondere, a vario titolo, dei reati di falsità ideologica, corruzione, peculato e truffa aggravata ai danni dello Stato. Il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Ferrara, accogliendo la richiesta della Procura basata sulla ricostruzione dei fatti accertati dalle Fiamme Gialle ferraresi, ha motivato la misura cautelare per la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza, del pericolo di reiterazione dei fatti e di inquinamento delle prove da parte degli indagati.
Le indagini
Le articolate attività investigative svolte dai militari del Nucleo di Polizia Economica Finanziaria – coordinate dalla locale Procura della Repubblica – sono state avviate nel mese di dicembre 2021. In particolare era stato notato che i due medici, nel giro di pochi mesi, già a partire dal mese di aprile dell’anno scorso, avevano registrato un incremento anomalo di pazienti, con 848 nuovi assistiti, dei quali 51 provenienti fuori provincia e regione. Ben 548 nuovi pazienti venivano vaccinati nei quattordici giorni successivi dopo il cambio del medico. L’analisi eseguita con la collaborazione dell’ASL di Ferrara non ha evidenziato particolari circostanze che potessero giustificare un numero così alto di trasmigrazioni di pazienti, solo in pochi casi riconducibili alla cessazione dall’incarico di altri medici di medicina generale.
Sono 42 i casi di corruzione accertati. Le attività investigative, eseguite con l’ausilio di intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno permesso di ricostruire il modus operandi dei medici indagati: dietro compenso di 20 o 50 euro, attestavano falsamente di avere eseguito la vaccinazione, talvolta simulando solo con l’inserimento dell’ago della siringa nell’epidermide dell’assistito, altre volte iniettando una soluzione idrosalina, o addirittura acqua. In altri casi il vaccino veniva reso deliberatamente inefficace con operazioni di ricongelamento e di scongelamento. Le immagini acquisite dai finanzieri del Nucleo PEF evidenziano, peraltro, come in diversi casi, la stessa siringa inserita nel braccio dell’assistito, venisse riutilizzata più volte, su altri pazienti, anche minorenni, in dispregio delle più elementari norme di igiene.
Fra i pazienti degli studi medici al centro dell’indagine ci sono anche appartenenti alle Forze dell’Ordine, militari, infermieri, insegnanti, tutte categorie soggette all’obbligo vaccinale, oltre a sacerdoti, pensionati, liberi professionisti, commercianti e studenti. Finora sono stati accertati 157 casi di false inoculazioni che hanno permesso ad altrettanti pazienti di ottenere il “green pass”.
L’indagine, denominata “RED PASS”, si inserisce nella generale azione della Guardia di Finanza a presidio della legalità economico-finanziaria e al contrasto di quegli illeciti più gravi e insidiosi che, come in questo caso, possono essere anche un grave rischio per la salute pubblica.
La reazione dell’Azienda USL di Ferrara
Dopo aver appreso dei provvedimenti restrittivi per i due medici e per la collaboratrice di uno dei due, l’Azienda USL di Ferrara si è attivata per individuare, il più rapidamente possibile, soluzioni per i pazienti dei due medici, che saranno comunicate tempestivamente. Nel frattempo gli utenti potranno rivolgersi agli altri servizi sanitari erogati dalle aziende sanitarie della provincia.
Contestualmente l’Azienda USL si è attivata col proprio ufficio Legale per valutare eventuali aspetti disciplinari, civili e d’immagine della vicenda, rispetto alla quale si riserva di costituirsi parte lesa.
Con l’occasione, infine, l’Azienda ha voluto rimarcare come in ogni circostanza abbia sempre prestato, anche per questa specifica indagine, e continuerà a prestare, la massima collaborazione agli inquirenti.
L’assessore Donini: “Fuori dal Sistema Sanitario chi contravviene alle regole e si comporta in modo irresponsabile”
“Nel Sistema Sanitario dell’Emilia-Romagna non c’è spazio per chi contravviene alle regole, speculando e ingannando i cittadini, che da due anni vivono nella pandemia – afferma Raffaele Donini, assessore regionale alle Politiche per la salute, dopo aver appreso della vicenda ferrarese –. Non c’è spazio per chi, comportandosi in modo irresponsabile, offende anche l’intera categoria dei professionisti della sanità che, al contrario, hanno assicurato e continuano ad assicurare quotidianamente l’impegno per uscire dall’emergenza”.
“Grazie, quindi, all’Ausl di Ferrara – prosegue Donini – che si è mossa tempestivamente collaborando con gli inquirenti e grazie soprattutto alla Guardia di Finanza. Esprimo massima fiducia nei confronti della magistratura, confidando in un rapido esito dell’indagine; questi episodi – conclude l’assessore – non intaccano il senso di comunità e responsabilità del nostro territorio, forte della vigilanza e della collaborazione”.