(foto di repertorio)

Gli agenti della polizia provincia hanno recuperato circa un chilometro di rete nell’oasi di Bando, luogo di rifugio protetto per animali

Sono stati tratti in salvo dalla Polizia provinciale, alcune decine di quintali di pesce, in prevalenza carpe e carassi, rimasti impigliati in una rete stesa abusivamente da parte di sconosciuti. È successo nell’oasi di Bando d’Argenta, luogo di rifugio protetto per animali.

L’operazione è iniziata nel tardo pomeriggio di giovedì 9 marzo e si è protratta nella notte, per oltre otto ore, durante le quali cinque agenti hanno caricato sul natante di proprietà dell’amministrazione provinciale circa un chilometro di rete, nella quale si trovavano anche esemplari di carpa a specchio, del peso di alcuni chili, che sarebbero stati, senza l’intervento degli agenti, destinati a morte certa. 

Se la pesca illecita fosse andata a buon fine, il pescato sarebbe stato introdotto sul mercato italiano o estero, regolarizzato dal fatto che molto probabilmente si tratta di pescatori di mestiere che utilizzano luoghi vietati, e proprio per questo molto pescosi, per la rivendita su mercati legali.

La tipologia di rete, ora in possesso del Comando della polizia guidata da Laura Trentini, la sua lunghezza e le tracce reperite nei dintorni, lasciano presumere che i bracconieri possano essere stranieri, che potrebbero aver voluto giovarsi della tranquillità del luogo in questo periodo poco frequentato. L’operazione non è riuscita grazie alla tempestività dell’intervento sul posto, allertato dallo staff della cooperativa Atlantide che ha in gestione l’oasi e che con continuità ne cura la manutenzione. “Una bella sinergia – dice la Laura Trentini – fra coloro che amano il territorio e il rispetto della legge, che ha permesso di colpire attività illegali che da sempre cerchiamo di contrastare”.