Restaurato anche l’antico organo Settecentesco. Per celebrare l’inaugurazione una rievocazione storica in costumi ottocenteschi

L’ultimo fine settimana la Chiesa di Burana è stata restituita alla comunità di Bondeno, con una due giorni di eventi estremamente sentita e partecipata. Sabato è stata formalmente inaugurata la chiesa restaurata post-sisma e dedicata a San Giacomo Maggiore, con una cerimonia religiosa officiata dall’arcivescovo Monsignor Perego, alla presenza del sindaco di Bondeno, Simone Saletti, di numerose autorità militari e delle maestranze che hanno curato i lavori.

Domenica 13 giugno è stata invece la volta dell’inaugurazione dell’antico organo, anch’esso completamente restaurato poiché muto dal secondo dopoguerra. Si tratta di uno strumento musicale di grande pregio, realizzato a inizio Settecento dal maestro Traeri e restaurato oggi dal professor Paolo Tollari. Per celebrare la rinascita di questo organo, la parrocchia di Burana ha realizzato una rievocazione storica con quaranta attori incentrata sul momento in cui, nel 1839, giunse a Bondeno. La rievocazione è stata curata dalla scuola di teatro di Maria Cristina Osti, con la collaborazione della Compagnia Ruspante di Pilastri.

«Una comunità unita e partecipativa, sempre pronta a spendersi per gli altri – ha commentato il sindaco di Bondeno, Simone Saletti, presente all’inaugurazione –. I parrocchiani hanno contribuito direttamente alla riqualificazione dell’antico organo, portando oggi questo strumento a suonare con lo stesso timbro di trecento anni fa. La struttura della chiesa, invece – prosegue il sindaco – è stata restaurata seguendo una ricerca storica che ha permesso di recuperare i colori e i materiali originali. La bicromia rosa-bianco, infatti, è la tonalità originale della struttura, e all’interno i colori tenui e armoniosi rendono lo spazio estremamente luminoso. Lo stesso campanile – conclude Saletti – è ritornato alla forma appuntita originaria, a seguito del crollo della piccola cupola installata pre-sisma».

Il direttore dei lavori è stato Massimo Partigiani, e l’organo ha risuonato le prime note dopo settant’anni grazie al maestro Vincenzo Ninci, toscano di nascita e per trentuno anni insegnanti presso il conservatorio di Ferrara.