
Al centro della questione l’incontro “Metz Yeghern” tenutosi al Teatro Comunale , in cui Antonia Arslan e Vittorio Robiati Bendaud hanno dialogato sul primo genocidio del Novecento e sulla prima forma di negazionismo
Riportiamo il commento del sindaco di Ferrara Alan Fabbri dopo la lettera arrivata al suo indirizzo e firmata dall’ambasciatore Murat Salim Esenli.
“Dopo che il Teatro Comunale di Ferrara ha ospitato l’iniziativa: ”Metz Yeghern. Il genocidio degli armeni tra memoria, negazioni e silenzi’, con – tra gli altri – Antonia Arslan, ho ricevuto in queste ore una lettera dell’ambasciatore turco Murat Salim Esenli che mi sollecita a ‘riconsiderare la posizione’ sul tema e sull’evento, bollando il genocidio come una ‘questione di controversia storica tra turchi e armeni’. Giudico quanto in questa lettera assolutamente inaccettabile e rispondo alle parole dell’ambasciatore turco con i fatti: intendo infatti promuovere il percorso che vuole portare al riconoscimento della cittadinanza onoraria ad Antonia Arslan e a Taner Akçam, lo storico turco, esule, che ha dimostrato il genocidio armeno con prove raccolte nel suo libro da poco tradotto in italiano. A entrambi va la mia stima e la mia ammirazione. Invito inoltre il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano Bonaccini a prendere posizione, contro ogni spinta negazionista dobbiamo essere uniti e granitici. Non possiamo permettere che la memoria venga offesa, né che iniziative democratiche, pacifiche, culturali organizzate in un luogo come il teatro, che è il tempio della libertà, subiscano tentativi di offuscamento da parte della ‘diplomazia’ di un Paese terzo, che certo non fa della democrazia il suo marchio distintivo. Giudico le parole dell’ambasciatore Salim Esenli come un intollerabile tentativo di ingerenza nei confronti della libera, plurale e democratica programmazione culturale della nostra città e, quindi, come un’offesa ai valori che animano Ferrara, che ha combattuto per la libertà e per la democrazia. Alla intollerabile presa di posizione dell’ambasciatore rispondo quindi rinnovando la mia stima e vicinanza ad Antonia Arslan e al popolo armeno. Bene ha fatto il premier Mario Draghi a definire ‘dittatore’ il presidente turco Recep Tayyip Erdogan: i toni assunti e le incursioni dei suoi diplomatici nella vita democratica della nostra grande Ferrara non possono essere accettati. Quanto è accaduto – e la missiva che mi è giunta dall’Ambasciata ne è un ulteriore elemento – mi auguro sia anche di monito a un’Europa che si è dimostrata troppo malleabile nei confronti del regime turco. Siamo e saremo sempre contro ogni regime e contro ogni negazionismo“.
La lettera firmata dall’ambasciatore turco Murat Salim Esenli
L’ambasciatore turco, nella lettera indirizzata al sindaco Fabbri, chiede una correzione nella programmazione dell’evento teatrale sul genocidio degli armeni: al centro della richiesta c’è il fatto che “il ‘genocidio’ è un crimine chiaramente definito con specifiche condizioni di prova. Non c’è un tribunale competente o altro che etichetti gli eventi del 1915 come ‘genocidio’ mentre ci sono decisioni di tribunali internazionali nei casi dell’Olocausto, di Srebrenica o del Ruanda“. “Sebbene siano passati più di cento anni – si legge nella lettera –, le tragiche conseguenze della prima guerra mondiale sono ancora rilevanti come questione di controversia storica tra turchi e armeni, che fino ad allora avevano goduto di otto secoli di pacifica convivenza“. La lettera dall’ambasciata turca si sofferma poi a illustrare la posizione della Turchia riguardo agli eventi del 1915. “L’assenza di un dibattito accademico e di un consenso legale sul tema ha portato alcuni gruppi armeni a prendere di mira le istituzioni politiche, allo scopo di raccogliere sostegno alla loro versione della storia“.
Tesi centrale della lettera è che “la Turchia non nega le sofferenze degli armeni durante la prima guerra mondiale. Ciò a cui ci opponiamo è presentare i tragici eventi del 1915 come un genocidio perpetrato da una parte contro l’altra” e che, per trarre “giuste lezioni” da quella tragedia “abbiamo bisogno di una base di informazioni affidabile“. Sottolineando la fragile situazione fra le relazioni di Turchia e Armenia, l’ambasciatore Murat Salim Esenli conclude che “qualsiasi iniziativa realizzata in paesi terzi volta a interpretare la storia sulla base di opinioni o accuse unilaterali è controproducente. Se terze parti desiderano sinceramente sostenere la riconciliazione turco-armena, devono incoraggiare l’Armenia e la diaspora armena a dialogare con la Turchia piuttosto che cercare di imporre la loro memoria nazionale ai turchi e a tutti gli altri“.
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