
Nel comune di Argenta, in un tratto arginale del fiume, il disboscamento si è reso necessario per consentire interventi idraulici di sicurezza, ma l’associazione ambientalista denuncia l’allargarsi dei tagli della vegetazione
Risulta che la Regione Emilia Romagna abbia appaltato da tempo il disboscamento degli argini del fiume Reno, per le successive sistemazioni di sicurezza idraulica resesi necessarie per la presenza di tane a galleria di nutrie, volpi, tassi e istrici.
Di fatto i tagli, già iniziati, sembrano inopinatamente allargarsi anche sulle pertinenze esterne degli argini.
Ne risultano in complesso un danno paesaggistico e la compromissione dell’importante corridoio ecologico rappresentato dal fiume nell’aspetto essenziale della vegetazione che lo accompagna, in tutta la sua biodiversità.

Questa è la situazione desolante che WWF Ferrara ha recentemente riscontrato nel tratto arginale del fiume Reno a valle del ponte ferroviario in località Traghetto, nel comune di Argenta.
“Ma perché interventi cosi’ drastici e generalizzati, con l’azzeramento di centinaia di alberi e arbusti, lungo estesi tratti arginali, se le ragioni sono quelle accennate? -, chiedono – .Non sarebbe possibile intervenire in modo ben più mirato e localizzato, soltanto nei punti critici?
D’altra parte va considerato che la fauna presente scaverà presto nuove tane, mentre ci vorrà molto tempo prima che alberi e arbusti possano ricostituire nella sua estensione l’habitat distrutto.
A fronte di tutto questo non si possono tra l’altro nascondere serie perplessità sull’efficacia stessa delle disposizioni vigenti a tutela della biodiversità e del paesaggio.
Si pensi in proposito alle indicazioni equilibrate e cautelative delle ‘Linee guida per la programmazione e la realizzazione degli interventi di manutenzione e della gestione della vegetazione e dei boschi ripariali a fini idraulici’ (Del. Giunta Reg. E/R n.1919 del 4.11.2019).
Oppure alle disposizioni di salvaguardia della ‘Rete Natura 2000’ specificamente previste per le ZPS, ciò almeno per quanto riguarda l’accennato tratto arginale di Traghetto, rientrante nella ZPS ‘IT4060017 – Po di Primaro e Bacini di Traghetto’.
Od anche alle norme di tutela specifica del paesaggio (Dlgs 42/2004 e ss. mm.).
Ma tant’è, purtroppo“.