
Da gennaio erano state presentate 18 denunce per la scomparsa di portafogli. I furti venivano commessi mentre i pazienti si allontanavano dalla propria stanza per eseguire esami diagnostici
In uno dei reparti dell’Ospedale di Cona, dagli inizi del mese di gennaio, si sono verificati un susseguirsi di odiosi episodi di furto ai danni dei degenti, tanto da spingere l’ufficio legale del nosocomio a segnalare al personale del “Posto Fisso” della Polizia di Stato all’interno dell’ospedale quanto stava accadendo. Le indagini sono iniziate nel mese di aprile, da parte della Squadra Mobile della Questura di Ferrara. Gli indizi raccolti dagli agenti, che per diverso tempo hanno eseguito numerosi appostamenti in ospedale, hanno fin da subito fatto capire che il ladro potesse essere una persona che aveva libero accesso alle camere del reparto. Gli agenti della Squadra Mobile hanno così vigilato in modo attento tra i corridoi e i reparti, analizzando il modus operandi emerso dalle 18 denunce presentate e hanno individuato il profilo criminale di un “ladro seriale” che rubava, esclusivamente, i portafogli di persone sottoposte ad esami diagnostici. Mentre il paziente veniva trasportato dal personale medico presso i reparti ed era, quindi, obbligato a lasciare i propri effetti personali, al ritorno in stanza trovava la sgraditissima sorpresa di non trovare il portafogli (che quasi mai veniva rinvenuto). Un elemento comune caratterizzava inoltre i fatti: i pazienti derubati quasi sempre occupavano la stanza da soli per cui si poteva escludere l’eventuale vicino di letto. Nemmeno assicurare i propri effetti personali all’interno di armadietti chiusi a chiave garantiva l’asportazione degli oggetti di valore, infatti, nonostante le misure di sicurezza offerte dalla struttura ospedaliera, il malfattore riusciva ugualmente ad impossessarsi del denaro.
Dopo avere attentamente selezionato ed incrociato una serie notevole di dati, grazie anche all’aiuto di sofisticata tecnologia, gli investigatori sono riusciti a restringere sempre più i potenziali sospettati. Infatti le indagini eseguite permettevano di raggiungere la quasi certezza che l’autore potesse essere un’addetta alle pulizie.
Nella mattinata di giovedì 4 giugno gli agenti della Squadra Mobile e del Posto di Polizia dell’ospedale, hanno eseguito, al termine del suo turno di lavoro, la perquisizione delegata dalla locale A.G., eseguita in maniera discreta per non creare preoccupazione tra i degenti e il personale sanitario. Nella tasca della sua divisa da lavoro sono state trovate nove chiavi passepartout utilizzate per aprire gli armadietti delle stanze di degenza. La donna ha dunque ammesso le proprie responsabilità ed è stata deferita in stato di libertà per il reato di furto aggravato continuato.