La lettera aperta al Comando Generale dell’Arma

La Segreteria Nazionale del Nuovo Sindacato Carabinieri scrive una lettera aperta al Comando Generale dell’Arma:

“Si è appreso da agenzie di stampa (Agenparl) nonché dallo stesso interessato, che il Partito dei Diritti dei Militari si sarebbe costituito parte civile nel processo dinanzi al Tribunale di Roma che vede tra i principali imputati per abuso d’ufficio nei confronti di altri ufficiali dell’Arma dei Carabinieri, l’ex Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette, il Generale Antonio BACILE e l’App. Sc. Q.S. Gianni PITZIANTI.

Lo stesso Luca COMELLINI, Segretario Politico del suddetto Partito, e Grazioso COSENTINO, Segretario generale Aggiunto del Sindacato dei Militari, hanno pubblicamente dichiarato che “Quello che leggiamo in alcuni atti processuali sulle intercettazioni delle conversazioni intercorse tra alcuni membri della rappresentanza militare dei Carabinieri, ci fa sorgere il dubbio che, forse, un mondo di mezzo esista anche nell’Arma”;

E ancora gli stessi dichiarano “E’ necessario salvaguardare l’onore e l’immagine dell’Arma dei carabinieri e il Comando Generale, Generale Nistri, nonostante non si sia costituito anch’egli parte civile nel processo, ha il preciso dovere giuridico e morale di impedire che tutti i membri della rappresentanza militare, i cui nomi compaiono nelle intercettazioni, possano continuare a rappresentare i carabinieri nei tavoli istituzionali e di fronte all’opinion pubblica. Per questa ragione, l’attuale Comandante Generale Giovanni Nistri dovrebbe immediatamente sospendere dalle funzioni di delegato della rappresentanza militare tutti quei Carabinieri membri del Cocer, Coir e Cobar attualmente in carica, i cui nomi compaiono negli atti processuali di cui discutiamo”.

Nel “cappello” allo stesso articolo di Agenparl, viene fatto riferimento ad un mondo di mezzo che offende la parte sana dell’Istituzione.

Corre il dovere di sottolineare che essendoci un procedimento penale che si sta celebrando, questo Sindacato ritiene di affidarsi all’esito e al giudizio da parte dell’Autorità Giudiziaria ribadendo la presunzione di innocenza per tutti i personaggi coinvolti fino a sentenza definitiva di condanna.

Si rileva però che le dichiarazioni che si stanno rincorrendo sulla stampa, stanno creando angoscia e disorientamento nella base. Oltretutto, viene minato quello strumento già considerato obsoleto e non più all’altezza del compito quale è la rappresentanza militare e pertanto, si ritiene sacrosanto porsi un problema di etica e di moralità, fatte salve le responsabilità penali che non spetta a noi evidenziare. Si ritiene e si richiede altresì necessario un intervento da parte di codesto Comandante Generale, teso o a smentire le dichiarazioni del signor COMELLINI e COSENTINO o in alternativa, prendere i dovuti provvedimenti a seguito della gravità del comportamento tenuto sotto il profilo etico-morale che dovesse essere rilevato a carico di taluni appartenenti alla rappresentanza militare. Tale risposta si renderebbe necessaria al fine di salvaguardare quella parte sana della Rappresentanza Militare, la quale non può essere assoggettata ad essere identificata come “erba dello stesso fascio”.

Certi di un cortese cenno di riscontro, accompagnato da un intervento necessario a ristabilire la normalità, qualora venissero rilevato devianze comportamentali da parte dei delegati citati nella mole di intercettazioni telefoniche, si porgono cordiali saluti”.

La Segreteria Nazionale