Legambiente propone un progetto di valorizzazione dell’area.

Il recente riconoscimento MAB UNESCO – riserva dell’Uomo e della Biodiversità – al Parco Delta rappresenta un importante successo che va a confermare le caratteristiche ecologiche e storico culturali di quell’area.

L’assegnazione del premio ha già suscitato gli entusiasmi di amministratori e operatori turistici, i quali hanno ribadito l’importanza di attribuire al Delta veneto ed Emiliano Romagnolo una visione unitaria, soprattutto dal punto di vista della promozione.

“Sarebbe spiacevole -afferma Legambiente- che a questa capacità di vedere il Delta come soggetto unitario da parte dell’Unesco, non corrispondesse la volontà delle amministrazioni locali e regionali a superare l’attuale divisione amministrativa: negativa sia per l’efficace tutela degli ecosistemi, sia per la capacità di un lavoro comune su progettualità di valorizzazione e fruizione di questi territori. Un percorso di rafforzamento che può comunque iniziare nel Parco dell’Emilia Romagna, in cui mancano ancora il completamento di strumenti fondamentali come il Piano di Stazione, e una dotazione adeguata di personale dalla formazione ambientale”.

Altro aspetto fondamentale evidenziato dall’associazione degli ecologisti è la necessità che le politiche locali non disattendano il capitale di immagine che il riconoscimento MAB ha portato.

“Pare purtroppo -continua Legambiente- che sul versante dell’urbanistica e del cemento ci sia molto fervore, anche dagli stessi amministratori che hanno salutato con entusiasmo il riconoscimento UNESCO. Da una parte c’è la corsa ad avere un’ autostrada che taglierebbe completamente il territorio del MAB e dall’altra un’azione pluriennale portata avanti dai vari livelli amministrativi per ridurre nel comune di Comacchio le tutele ed i vincoli locali presenti nei piani, a favore di interventi urbanistici”.

L’associazione perciò rilancia la necessità di un vero progetto di promozione dei valori ambientali e storici, così da trarre trarre giovamento anche dai fondi strutturali europei che potrebbero convergere su quel territorio, dal Piano di Sviluppo Rurale ai fondi per le aree interne, fino alle risorse dell’asse 5 del POR.

“Il riconoscimento -concludono gli ambientalisti- deve essere la base per il Parco Delta Po unico e per pubblicizzare la biodiversità del territorio. La premessa per non consumare suolo ma aumentare il valore degli habitat naturali”.