Il tema dell’abusivismo e di tutto quello che gira intorno al lavoro irregolare, in alcuni casi lavoro in nero è chiaramente un problema. Di pochi giorni fa le parole del ministro dell’interno del governo Renzi Angelino Alfano: “”Gli italiani sono stanchi di essere insolentiti da orde di vu cumprà, dobbiamo radere al suolo la contraffazione”.

Ma siamo così sicuri che questo sia il problema più annoso nel nostro territorio? Per le associazioni di categoria, per alcuni partiti e per alcuni personaggi è sicuramente un modo per balzare agli onori della cronaca e per giustificare un mercato del turismo che registra per un altro anno ancora numeri negativi. Ma non attribuiamo tutta la colpa di questo trend negativo ai “vu cumprà” sulle nostre spiagge, così come ad un meteo inclemente o ad altro che niente ha a che fare con problemi di tipo strutturale ben più ampi.

Uno dei problemi che colpisce la nostra costa e le nostre attività è quello del “lavoro nero”. Invito quindi le istituzioni a dare atto che il “lavoro nero” o il lavoro ”gravemente sfruttato” è un elemento strutturale del nostro turismo ed è presente in molte delle nostre aziende, purtroppo non solo nel comparto turistico.

Il tema della salute e sicurezza sul lavoro costituisce ambito privilegiato di competenza istituzionale ed è oggetto di costante impegno per una piena tutela della salute, dell’integrità e della dignità della persona in ogni ambiente di lavoro. In tal senso, e nel rispetto di quanto stabilito dagli articoli 1 e 4 della Costituzione, promuovere la salute e la sicurezza nell’ambiente di lavoro significa attivare misure adeguate e azioni positive che assicurino al cittadino la possibilità di esercitare compiutamente il proprio diritto al lavoro.

Non è possibile, nel nostro territorio, far finta che questo problema non esista o che debba essere giustificato dalle difficoltà del comparto. Inoltre bisogna tener presente che questo non è solo un problema dei sindacati o dei lavoratori, spesso obbligati per bisogno ad accettare quanto proposto dal mercato del lavoro, ma una forte responsabilità è anche delle forze politiche ed economiche che governano. Da questa consapevolezza dobbiamo partire per fare in modo che abbia inizio una nuova fase di cambiamento.

Sempre più spesso si riscontra nel nostro territorio un’ abitudine al lavoro “su chiamata”, ancora più utilizzata nell’ultima stagione balneare viste le condizioni metereoligiche. I lavoratori si trovano ad essere chiamati dal datore di lavoro anche pochi minuti prima di entrare in servizio, esser pagati anche fino a 5 € l’ora per lavori pesanti che arrivano anche a 10/ 12 ore giornaliere, in condizioni che sempre di più si avvicinano allo schiavismo e con l’insicurezza di ricevere poi il compenso pattuito che solitamente arriva a fine stagione; se arriva.

Queste nuove tipologie lavorative portano poi i lavoratori a non avere più diritto agli ammortizzatori sociali come ad esempio il MINI ASP, cosa che aumenta le difficoltà per le nostre famiglie vista l’ancora più accentuata mancanza di lavoro nel periodo invernale.

Questa situazione non è più accettabile e per questo deve diventare argomento di discussione di questo consesso.

E’ necessario quindi aumentare i controlli in modo da garantire il rispetto delle norme in materia di tutela del lavoro e di sicurezza dei lavoratori, anche nella considerazione che, di norma e come accenato, ai fenomeni di lavoro irregolare si associano condizioni di lavoro non conformi agli standard di sicurezza.

Importante sottolineare che questo tipo di problematiche comportano, tra le altre cose una concorrenza sleale a danno di tutte le imprese che operano nel rispetto delle regole e della legalità.

Superfluo ribadire che questi fenomeni generano costi per tutta la collettività, in termini di incremento del lavoro nero, del sommerso, dell’evasione fiscale e contributiva, nonché del mancato rispetto delle norme in materia di qualificazione professionale, di disposizioni igienico-sanitarie, di sicurezza sui luoghi di lavoro.

Così come quando si parla di abusivismo commerciale, si prende ad esempio la vicina riviera romagnola, potremmo, in merito a tali argomenti prendere spunto dal protocollo d’intesa tra prefettura e comune di Rimini. Tale protocollo mira a valutare azioni di attività di vigilanza congiunta e la formazione di uno sportello per garantire informazione e assistenza ai lavoratori.

Queste le parole dell’assessore al lavoro del comune di Rimini:” Non deve esserci più spazio per ragionamenti che, visto il carattere di stagionalità, portino ad un’accettazione di trattamenti irregolari nella retribuzione, nei contratti e nella sicurezza, non si deve più pensare che il lavoro nero o irregolare sia una sorta di fattore produttivo improprio. E nessuno usi l’alibi della crisi”

Si chiede quindi:

– creazione di un tavolo Direzione Territoriale del Lavoro, prefettura, associazioni di categoria, azienda sanitaria, questura, comando dei carabinieri, guardia di finanza ed ogni eventuale altro ente coinvolto.

– sollecitare il Ministero del Lavoro, affinchè incrementi il numero degli ispettori della direzione Territoriale del lavoro.

– valutare la proposta di creare un registro delle imprese virtuose, proponendo un marchio di qualità per le aziende turistiche che rispettano i requisiti dettati dalla normativa vigente e dal contratto nazionale del turismo

– studiare un sistema funzionale al ritiro della licenze per quelle attività che non rispettano la normativa vigente e dal contratto nazionale del turismo

Si chiede anche al comune di creare un “indicatore do congruità” che valuti le caratteristiche della struttura dell’azienda, il volume di lavoro e la forza lavoro regolare, in modo da orientare, attraverso questo indicatore, l’attività di controllo.

Inoltre si richiede al comune di promuovere maggiormente la cultura della legalità, attraverso campagne di informazione e sensibilizzazione su diritti e obblighi in materia di lavoro, previdenza e sicurezza.

“Turismo bene comune” è un concetto importante sul quale lavorare e aprire i primi dibattimenti. Questo vuole essere solo un punto di partenza di un lungo e tortuoso percorso.

 

Cavallari Fabio

Capogruppo consigliare