
La riscoperta della pratica dell’allevamento di pesce nelle risaie
Presentazione in campo per il riso che rispetta pesci ed ambiente e che verrà commercializzato da LIDL grazie all’accordo con FdAI (Fatto dagli Agricoltori Italiani) con l’egida di Coldiretti e la collaborazione di SIS e Bonifiche Ferraresi.
È stata l’azienda di Mauro Tonello a Mezzogoro ad ospitare i protagonisti dell’accordo che vede la coltivazione di 50 ettari di riso tipo ARBORIO, della varietà selezionata da SIS “Carosio”, che verrà lavorato negli impianti di Bonifiche Ferraresi per arrivare sugli scaffali di LIDL a partire dai prossimi mesi.
Oltre a sottolineare la qualità del riso sotto il profilo organolettico e commerciale, è stata evidenziata la riscoperta della pratica dell’allevamento di pesce nelle risaie, evenienza tradizionale del territorio delle risaie del basso ferrarese che ora viene riproposta anche in collaborazione con l’Università per poter disporre di dati validati sul valore biologico, ambientale ed anche economico della risipiscicoltura.
“Il pesce immesso nei mesi scorsi ha diversi effetti positivi nella risaia compresa la riduzione delle larve di zanzara, oltre a favorire l’attecchimento delle piantine di riso e ridurre determinati parassiti, evidenzia Mauro Tonello, nella cui azienda si sta portando avanti questa sperimentazione ormai avviata, ed in generale per la produzione di questo tipo di riso abbiamo ridotto drasticamente gli impatti chimici ed i consumi di carburanti, modificando anche le tecniche di coltivazione”.
La possibilità di trovare nella grande distribuzione un tipo di riso 100% italiano ed a basso impatto ambientale, frutto di una filiera che parte dalla selezione del seme sino alle fasi di lavorazione, risponde concretamente alle richieste dei consumatori di poter contribuire, con scelte mirate, a fare azioni positive con le proprie scelte d’acquisto.
“Apprezziamo questo accordo e tutta la sperimentazione che si sta portando avanti, commenta il direttore di Coldiretti Ferrara, Alessandro Visotti, e siamo lieti che avvenga nel territorio ferrarese, in una delle nostre aziende associate. Ci auguriamo che possa essere un motivo per ridare respiro al settore risicolo, che si trova in un momento delicato, al pari di altre colture, ma con alcune peculiarità sicuramente: poco più di 4.000 ettari coltivati a fronte di 7.600 nel 2012 e di 10.100 nel 1996. Un brusco ridimensionamento che mette a rischio il nostro sistema risicolo provocato da molti fattori, sia di mercato (concorrenza sleale dai paesi orientali), che tecnici (malattie, alti costi dell’approvvigionamento irriguo, danni da nutrie alle arginature) che anche normativi. Siamo infatti al lavoro per scongiurare la ventilata impossibilità di praticare la bruciatura della paglia una volta terminata la raccolta, indispensabile nei nostri areali per contenere le infestazioni di brusone, malattia in grado di infettare e distruggere intere risaie e che solo con l’uso del fuoco si riesce a controllare.
La rigida applicazione delle norme europee in tema di ambiente vieta la bruciatura generalizzata dei residui colturali ma per la nostra risicoltura rischia di essere una mazzata definitiva. Coldiretti è al lavoro per ottenere una deroga motivata e salvaguardare il riso ferrarese, così come per la giusta valorizzazione di una produzione tipica e con caratteristiche peculiari che non possiamo perdere e che come dimostra il progetto presentato oggi, ha diverse prospettive interessanti che possono mettere d’accordo produttori e sistema di vendita offrendo un prodotto di elevata qualità al consumatore”.