
Cinque le rassegne espositive visitabili anche la domenica e il lunedì di Pasqua e domenica 1 Maggio
Aperture straordinarie a Pasqua e fino al primo maggio per il Castello Estense e per i musei che fanno capo al Comune di Ferrara. Dal giorno di Pasqua, domenica 17 aprile, alla Festa dei Lavoratori, domenica 1 maggio, infatti saranno aperti tutti i giorni, senza osservare il giorno di chiusura. A Ferrara si potranno dunque visitare:
- il Castello Estense, che ospita la mostra “Il sogno di Ferrara – Adelchi Riccardo Mantovani”
- la mostra dossier “De Pisis. Il silenzio delle cose”, nella sala dei Comuni
- il Padiglione d’Arte Contemporanea con la mostra XIX Biennale Donna “Out of time. Ripartire dalla natura”
- Palazzina Marfisa d’Este con la mostra della fotoreporter Arianna Di Romano. “Oltre lo sguardo”
- Palazzo Bonacossi, che ospita “Fakes, da Alceo Dossena ai falsi Modigliani”
- Casa di Ludovico Ariosto con “Il volto e lo guardo di Giorgio Bassani” di Georges de Canino
- Museo Schifanoia
- Museo della Cattedrale.
Le mostre
Al Castello Estense sarà possibile visitare la mostra “Il sogno di Ferrara. Adelchi Riccardo Mantovani” (in programma fino al 9 ottobre). La mostra vuole far conoscere al grande pubblico il mondo fantastico, poetico ed emozionante del ferrarese Adelchi Mantovani, ripercorrendo per la prima volta tutta la sua carriera. Artista originale, Mantovani si è formato da autodidatta, maturando una cifra stilistica legata da una parte al Rinascimento italiano e dall’altra alla metafisica di De Chirico, al surrealismo di Delvaux e al realismo magico. Il pittore dà vita a scene di tema popolare, religioso e ad affascinanti mondi allegorici sospesi tra mito e favola, sostenute da una tecnica meticolosa che contribuisce a rendere incantata l’atmosfera dei suoi dipinti e dei suoi disegni.
Sempre al Castello, nella Sala dei Comuni, c’è “De Pisis. Il silenzio delle cose” (fino al 2 giugno). Il dipinto Natura morta marina con peperoni, una melanzana e una conchiglia, realizzato nel 1946, acquistato dal Ministero della Cultura e concesso in deposito al Museo “Filippo de Pisis”, dialoga con una selezione di opere appartenenti alle collezioni civiche che rappresentano variazioni sul tema della natura morta marina. Inoltre, fino al 5 giugno nel cortile del Castello si può ammirare “Le donne, i cavallier, l’arme, gli amori. Umanità di Sara Bolzani e Nicola Zamboni”. Il monumentale gruppo scultoreo è una straordinaria allegoria della vita e dei tempi antichi e moderni: accanto a personaggi di sapore epico-cavalleresco marciano in silenzio emarginati, migranti, profughi.
A Palazzo Bonacossi ha da poco inaugurato “FAKES da Alceo Dossena ai falsi Modigliani” (fino al 31 luglio). La mostra approfondisce l’appassionante capitolo del falso nell’arte attraverso i capolavori del cremonese Alceo Dossena (1878-1937). Formidabile creatore di sculture che trasmettono tutta la vitalità e il sapore degli originali precristiani, medioevali o rinascimentali cui sono ispirate, Dossena riusciva a donare alle sue creazioni la patina del tempo, confondendo anche l’occhio più esperto. In mostra anche le opere di Giovanni Bastianini, il più celebre scultore-falsario dell’Ottocento, di Icilio Federico Joni, che si autodefinì «pittore di quadri antichi», e Umberto Giunti, allievo ed erede di Joni, le sculture di artisti operanti tra Otto e Novecento che si impegnano a far rivivere uno stile neo-estense, tra falsificazione e revival, e le celebri “teste di Modigliani”, una beffa architettata per scherzo e per protesta. Ad integrazione della mostra, al Museo Schifanoia è esposta una delle due copie fotografiche del Seppellimento di santa Lucia di Caravaggio, realizzate dalla Fondazione Factum Arte, per interrogarsi sull’identità dell’opera d’arte.
A Palazzina Marfisa d’Este (corso Giovecca 170) si trova l’esposizione “Oltre lo sguardo” (fino al 12 giugno), che racchiude il lavoro della fotografa Arianna Di Romano, condotto durante alcuni reportage in Romania, Serbia e nel Sud-est asiatico, nonché nella sua terra natale, la Sardegna, e in quella dove vive, la Sicilia. Le sessanta fotografie in mostra documentano un viaggio negli occhi profondi e intensi di un’umanità dimenticata. Di Romano invita a spingersi “oltre lo sguardo”, alla ricerca di una diversa, e autentica, bellezza.
Al Padiglione d’Arte Contemporanea per la XIX Biennale Donna c’è “Out of Time. Ripartire dalla natura” (fino al 29 maggio), organizzata in collaborazione con UDI – Unione Donne in Italia. Cinque artiste internazionali – Mónica De Miranda, Christina Kubisch, Diana Lelonek, Ragna Róbertsdóttir e Anaïs Tondeur – indagano tramite media differenti il tema quanto mai attuale della complessa convivenza tra esseri umani e natura, della vita su un pianeta sfruttato e sconvolto dai cambiamenti climatici.