
Alle 10.30 cerimonia di deposizione di una corona d’alloro alla Torre della Vittoria. Alle 11.30 inaugurazione in Municipio di una mostra dell’Istituto di Storia Contemporanea
Giovedì 4 novembre 2021 (a partire dalle 10) si svolgeranno a Ferrara le iniziative celebrative della ‘Festa dell’Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate‘, appuntamento coordinato come ogni anno dal Comitato cittadino per le onoranze composto da Prefettura di Ferrara, Comune e Provincia di Ferrara.
Il calendario della giornata prevede, alle 10,25 l’alzabandiera e alle 10,30 in piazza Trento e Trieste la deposizione di una corona d’alloro alla Torre della Vittoria. Poi la lettura del messaggio del Capo dello Stato da parte del Generale D.A. Claudio Gabellini Comandante del COA, e a seguire interventi della studentessa Lidia Disclafani – I.I.S. “G. Carducci” e del vice presidente f.f. della Provincia di Ferrara Nicola Minarelli. Il Prefetto di Ferrara Michele Campanaro parteciperà alla cittadinanza il conferimento della Medaglia d’argento al Valor Aeronautico al Comando Operazioni Aerospaziali di Poggio Renatico e al suo Comandante, Generale D.A. Claudio Gabellini. (In caso di maltempo la cerimonia avrà luogo presso la Galleria Matteotti).
Alle ore 11,30 di domani, poi, nella sala del Plebiscito del Palazzo Municipale ci sarà l’inaugurazione della mostra “Gli ebrei ferraresi nella Prima Guerra Mondiale: l’ufficiale Silvio Magrini” a cura dell’Istituto di Storia Contemporanea con il patrocinio del Comune di Ferrara, della Comunità Ebraica e del Meis. Saranno presenti il sindaco Alan Fabbri e l’assessore alla Cultura Marco Gulinelli.
Infin3 alle 17,20 ci sarà l’ammainabandiera.
La mostra
La mostra è dedicata alla partecipazione degli ebrei ferraresi alla grande guerra che viene interpretata come dalla maggior parte degli ebrei italiani come un’occasione per portare a compimento il processo di emancipazione iniziato in età napoleonica e portato avanti con il Risorgimento.
In particolare viene ricostruita la straordinaria testimonianza dell’Ufficiale Silvio Magrini attraverso documenti che rappresentano solo una parte del corposo patrimonio gelosamente conservato dalla famiglia Magrini- Pesaro per più di un secolo: lettere, cartoline, fotografie e documenti.
Ci restituiscono il ritratto di un uomo di saldi principi morali, fortemente legato alla famiglia e a quegli ideali patriottici grazie ai quali agli ebrei italiani erano state aperte le porte dei ghetti, come scrive lui stesso per spiegare la decisione di partire volontario per il fronte.
Un sentire largamente diffuso tra le comunità ebraiche, non ultima quella ferrarese, come attestato dai dati riguardanti la partecipazione dei suoi membri al conflitto, e tragicamente destinato a essere tradito alcuni anni più tardi con la promulgazione delle leggi razziali.
La vicenda di Silvio Magrini, pur nella unicità in cui ogni percorso umano deve essere collocato, si propone quindi come esemplare, per quel tanto di significato universale che essa contiene, e per la testimonianza che ci offre del senso del dovere con cui tanti cittadini italiani di religione ebraica affrontarono il momento storico della Prima Guerra Mondiale.
Si ringrazia la famiglia Magrini Pesaro e in particolare il nipote Andrea Pesaro per aver messo a disposizione l’importante documentazione.
Silvio Magrini nasce a Ferrara l’8 gennaio 1881 in una casa del ghetto, da una agiata famiglia ebraica. Laureato in fisica a Bologna nel 1905 con il Prof. Augusto Righi, ne diventa assistente prendendo la libera docenza in Fisica Sperimentale nel 1913. Uomo dai molti interessi, compie numerosi viaggi in America e in Europa sia con l’Associazione Elettrotecnica Italiana che a titolo personale.
Alla morte del padre nel 1914, da Bologna rientra a Ferrara per occuparsi delle proprietà di famiglia ed in particolare della campagna nelle sue implicazioni agricole e sociali. Va a vivere insieme alla moglie Albertina Bassani nella casa di via Borgo dei Leoni.
Nel 1915, entrata l’Italia in guerra, si arruola volontario nell’arma del Genio con l’intenzione di lottare per quegli ideali che avevano dato la libertà agli ebrei italiani. Partecipa attivamente alla campagna militare sulla Bainsizza, guadagnandosi la Croce di Guerra.
Nel 1921 è al centro di una vivace polemica per l’applicazione dei patti agrari nella sua tenuta, che volle prevedessero la partecipazione dei contadini all’andamento del raccolto.
Aderisce al movimento sionistico e nel 1931 visita la Palestina con tutta la famiglia.
Nel 1930 è nominato Presidente della Comunità Ebraica di Ferrara, carica che ricoprirà sino al 15 Novembre 1943.
A metà dell’anno accademico 1938-39 a seguito della promulgazione delle Leggi razziali fu costretto a lasciare l’insegnamento all’Università di Bologna, unitamente a una quarantina di docenti.
Nel1943 fu catturato dai fascisti e consegnato alle SS tedesche. Transitato dal campo di Fossoli, deportato ad Auschwitz, morì presumibilmente il 26 febbraio 1944. Fortemente legato alla famiglia che definisce “catena lungo la quale si deve trasmettere l’avito patrimonio spirituale di correttezza e di bontà sociale, di lealtà cittadina, di conforto religioso”, nella sua autobiografia Silvio Magrini così definisce il suo modo di essere: La mia attività si presenta sotto tre aspetti: la scienza, gli interessi sociali e l’agricoltura, l’Ebraismo”.
Ultima iniziativa, giovedì 11 novembre 2021 alle 17, nella sala dell’Arengo della residenza comunale di Ferrara, nell’ambito delle celebrazioni del 4 novembre, a cura dell’istituto di Storia Contemporanea Andrea Baravelli dell’Università di Ferrara parlerà dei Diari di Guerra – il primo conflitto mondiale attraverso gli occhi dei soldati e presenterà il diario di Domenico Bendin “Con dolore dovetti lasciare la mia cara famiglia: Diario di guerra e di prigionia” (Cierre edizioni). Interverrà il nipote Cristiano Bendin.