“Un inaccettabile esercizio di discriminazione”

Le modalità definite dalla Giunta comunale di Ferrara per l’utilizzo delle risorse ministeriali destinate alla solidarietà alimentare legate all’emergenza Covid-19, hanno sollevato varie proteste e contestazioni da parte di sindacati, dell’opposizione e di associazioni presenti sul territorio.

Cgil, Cisl e Uil Ferrara si sono appellati al Prefetto Campanaro chiedendo che “intervenga come rappresentante dello Stato per riportare le azioni di questa Giunta all’interno degli obiettivi dell’ordinanza della Protezione Civile e di un ordinamento democratico”.

Motivo delle critiche sono l’ordine di priorità con cui la Giunta guidata dal leghista Alan Fabbri ha destinato i buoni spesa, dopo che a Ferrara sono stati destinati 697.283 euro da utilizzare per soddisfare le necessità più urgenti dei nuclei familiari in difficoltà. Prima agli italiani, poi agli europei, e solo alla fine ai cittadini di Paesi extraeuropei. 

 

Cgil, Cisl e Uil Ferrara: ”Un inaccettabile esercizio di discriminazione, ancor più inaccettabile in tempo di emergenza sanitaria, sociale ed economica”

I sindacati hanno commentato la delibera comunale definendola “un inaccettabile esercizio di discriminazione, ancor più inaccettabile in tempo di emergenza sanitaria, sociale ed economica“.

Prevedere quali requisiti elencati in ordine di priorità: avere cittadinanza italiana; avere cittadinanza di uno Stato appartenente all’Unione Europea; essere in possesso della cittadinanza di uno Stato non appartenente all’Unione Europea con permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo; essere in possesso di una carta di soggiorno per familiare, comunitario o extra comunitario, di cittadino dell’Unione Europea”, oltre a rappresentare un odiosa classifica basata su status e non sul bisogno, significa escludere un’importante parte della cittadinanza – quella che vive la condizione di maggiore precarietà – da una fondamentale misura emergenziale di coesione sociale. Per quale motivo dovrebbe essere ignorato da una misura emergenziale alimentare un cittadino straniero che ha perso il lavoro e si trova in difficoltà, solo perché in possesso di un permesso di soggiorno diverso da quello per soggiornanti di lungo periodo? Magari una delle tante colf e badanti che stanno perdendo il lavoro senza essere coperte da alcun ammortizzatore sociale?“,  si domandano le segreterie provinciali.

Non è tempo di ciechi populismi e di propaganda, è tempo di fare il proprio dovere istituzionale per rispondere alle esigenze di una collettività. Chi amministra ha il dovere costituzionale di agire per rimuovere le disuguaglianze nell’interesse di tutti, non di vivere il proprio ruolo come esercizio del potere per decidere a proprio piacimento chi lasciare alla fame e chi no“.

 

Emilia-Romagna Coraggiosa: “A Ferrara si discrimina in base alla nazionalità. Ma dalla crisi si esce con la solidarietà e la coesione sociale”

Anche dai consiglieri di Emilia Romagna Coraggiosa, arriva la condanna alla delibera del Comune di Ferrara per l’assegnazione dei buoni spesa erogati con risorse stanziate nei giorni scorsi dal Governo. La lista della sinistra radicale rappresentata alle regionali da Elly Schlein accusa l’amministrazione ”di alimentare una quanto mai insopportabile guerra tra poveri, classificando in base alla nazionalità i nuclei che hanno bisogno della solidarietà alimentare“.

Si tratta di un atteggiamento in contrasto con i principi costituzionali e con i criteri di ripartizione delle risorse dello Stato per rendere meno odiose le disuguaglianze che inevitabilmente questo virus sta rendendo più visibili. L’ordinanza della Protezione civile che ha disposto questi fondi ai comuni infatti indicava di destinarli ai nuclei più esposti alle conseguenze economiche dell’emergenza e quelli in stato di bisogno.

Un fatto grave, che denota ancora una volta come questa destra, anche in una situazione in cui si dovrebbe curare più che mai la coesione sociale, sia invece sempre e solo impegnata a soffiare sul fuoco della discriminazione.

Con il risultato, tra l’altro, di punire ad esempio lavoratrici e lavoratori domestici stranieri che da anni si occupano degli anziani. Molti di loro infatti, senza lavoro a causa di questa crisi sanitaria, sono dovuti rimanere in Italia pur non avendo potuto accedere agli ammortizzatori sociali. Dovranno restare anche senza cibo?

E la scelta della giunta di Ferrara esclude pure tutte le lavoratrici e i lavoratori stranieri con regolare permesso di soggiorno (tranne quelli di lungo periodo), famiglie con bambini che sono in difficoltà e senza reddito a causa della crisi sanitaria. 

Da questa crisi si esce con la solidarietà e l’inclusione sociale. – concludono gli esponenti di Coraggiosa - Chi continua ad alimentare odio e discriminazione è parte del problema“.

 

Ass. Cittadini del Mondo: “L’ordine di priorità al tempo del Coronavirus”

Anche l’Associazione ferrarese Cittadini del Mondo, organizzazione multietnica formata nel ’93 da cittadini di varie nazionalità, si aggiunge alle critiche. 

“La nostra Amministrazione Comunale non dà la priorità ai bisogni delle persone ma alle carte che possono esibire e non affronta le vistose disuguaglianze, ora ancora più evidenti ed odiose. Stiamo parlando di buoni alimentari, stiamo parlando di cibo, stiamo parlando di fame, stiamo parlando di sopravvivenza.

Il sindaco Alan Fabbri, dopo aver dichiarato “chi non ha mai chiesto aiuto non si vergogni a farlo” elenca i requisiti per poter avere questi buoni spesa. Al primo punto, in ordine di priorità, non ci sono le difficoltà economiche, né le particolari situazioni famigliari o lo stato di necessità determinato dalle nuove tragiche situazioni, ma “avere la cittadinanza italiana”. A seguire, sempre in ordine di priorità, avere cittadinanza europea, permessi di soggiorno di lungo periodo, e via discriminando.

L’associazione, che ha lo scopo di favorire l’integrazione e la tutela degli immigrati, continua affermando che “la Giunta Comunale di Ferrara, vista l’emergenza, può dare un segnale positivo da subito per esempio, utilizzando i 400.000 € previsti per la recinzione parchi (per non parlare della spesa di un eventuale portavoce del vicesindaco) e convertirli in buoni pasto o in spesa farmaceutica o in vere mascherine sanitarie …. in beni di prima necessità.

E conclude: “Cerchiamo di avvisare i nostri amministratori: il virus non guarda i documenti e neanche la povertà guarda in faccia a nessuno. Ci salveremo solo insieme”.

 

Associazione PiazzaVerdi: “C’è un limite a tutto, e in questo caso il limite è definito dalla nostra Costituzione”

Siamo perfettamente d’accordo con quanto affermano le segreterie provinciali di CGIL, CISL e UIL: c’è un limite a tutto e qui lo si è oltrepassato, a proposito della decisione del Comune di Ferrara di stabilire una graduatoria per l’attribuzione del soccorso alimentare, finanziato con fondi statali, che discrimina i cittadini stranieri, fino ad escludere addirittura gli irregolari. Il fatto non ci stupisce visti i riferimenti ideologici e valoriali della giunta ferrarese, ma appunto, come hanno detto i sindacati confederali, c’è un limite a tutto. E in questo caso il limite è definito dalla nostra Costituzione, la quale, all’art. 2 stabilisce che “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo […]”, senza ovviamente indicare quali sia la condizione specifica in cui accidentalmente si venga a trovare. Per questo motivo ci associamo alla richiesta di intervento da parte del Prefetto, il quale, come rappresentante dello stato, ha il dovere di far rispettare i principi fondamentali del nostro ordinamento a cui si ispirano le norme adottate dagli organi costituzionali: in questo caso l’ordinanza della Protezione civile”.