
Nel periodo invernale circa il 42% di pioggia in meno
E’ primavera dopo un inverno che si è classificato in Italia come il secondo più caldo dal 1800 a livello climatologico, facendo registrare una temperatura addirittura superiore di 2,03 gradi rispetto alla media del periodo di riferimento. Questo è quanto emerge dalle elaborazioni Coldiretti in occasione dell’equinozio di primavera scattato alle ore 04,49 di oggi, 20 marzo, sulla base dei dati Isac Cnr. Il risultato di queste temperature è un anticipo di maturazione lungo tutta la Penisola delle primizie di primavera.
“Il caldo fuori stagione – sottolinea la Coldiretti – ha stravolto completamente i normali cicli colturali e di conseguenza anche le offerte stagionali presenti su scaffali e bancarelle in questo periodo dell’anno. Per non cadere nell’inganno dei prodotti importati spacciati per Made in Italy è importante tuttavia verificare sempre l’origine nazionale delle primizie offerte, leggendo con attenzione l’etichetta che – precisa la Coldiretti – è obbligatoria per la frutta e verdura e privilegiare gli acquisti direttamente dagli agricoltori nelle aziende o nei mercati di campagna Amica dove i prodotti sono anche più freschi e durano di più”.
“Ma l’inverno 2020 – sottolinea la Coldiretti – ha anche lasciato l’Italia a secco con la caduta in media del 42% di acqua in meno nel periodo con una punta del -80% nel mese di febbraio e l’allarme siccità nelle campagne”. A preoccupare Coldiretti è infatti la “situazione dei bacini idrici con il livello idrometrico del Po che è sceso al Ponte della Becca è di -2,5 metri, lo stesso di metà agosto scorso ma anomalie si vedono anche nei grandi laghi come quello di Como che ha una percentuale di riempimento del 16% e quello d’Iseo del 24%”.
Se non ci sarà un profondo cambiamento a breve, con adeguate precipitazioni, mancherà in molte aziende l’acqua necessaria per la crescita primaverile delle colture.
“L’andamento anomalo di questo inverno conferma dunque i cambiamenti climatici in atto – afferma l’associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana – che si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi e sfasamenti stagionali che sconvolgono i normali cicli colturali ed impattano sul calendario di raccolta e sulle disponibilità dei prodotti che i consumatori mettono nel carrello della spesa”.
“L’agricoltura – conclude la Coldiretti – è l’attività economica che più di tutte le altre vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici con sfasamenti stagionali ed eventi estremi che hanno causato una perdita in Italia di oltre 14 miliardi di euro nel corso del decennio della produzione agricola nazionale”.