Il decreto

Dopo il via libera, alla fine di maggio, dei presidenti delle Camere di commercio italiane alla proposta di riorganizzazione del sistema camerale è arrivato anche il sì da Roma: si accorpano le Camere di Commercio di Ravenna e Ferrara. Non c’è dubbio – ha sottolineato Paolo Govoni, presidente della Camera di commercio di Ferrara, in occasione del via libera di maggio – che la riorganizzazione delle Camere di commercio si inserisca in quel profondo processo di cambiamento di cui c’è bisogno – e subito – per dare un volto nuovo al Paese, in risposta a un mondo imprenditoriale in continua trasformazione e che chiede istituzioni vicine e amiche, con le quali dialogare e con le quali trovare soluzioni nuove per fronteggiare le sfide del domani. La razionalizzazione – ha proseguito Govoni – salvaguarda la presenza capillare delle Camere di commercio in un’ottica di crescita dell’efficienza e dell’efficacia dell’azione, anche al fine di adempiere al meglio ai nuovi compiti e alle nuove funzioni che la riforma affida loro sui temi centrali della digitalizzazione, del turismo, dell’orientamento e dello start up d’impresa. La scelta, poi, di fare del Registro delle imprese la dorsale di un rapporto più moderno tra imprese e Pubblica amministrazione, non più basato sui bolli e le autorizzazioni, va di pari passo con la volontà di garantire nuove logiche di premialità per le Camere di commercio più virtuose”.

Ferrara e Ravenna sono territori, è spiegato in una nota, che condividono la presenza di un polo chimico-energetico di rilevanza nazionale e sviluppate filiere nei settori dell’agroalimentare, delle costruzioni, della logistica, dell’economia del mare e del turismo che, con il suo indotto, ricopre un’importanza fondamentale non solo nel segmento balneare, ma anche in quello delle città d’arte e della cultura, grazie ai flussi di visitatori attratti dalle città capoluogo, patrimonio dell’umanità. Non a caso Ravenna e Ferrara appaiono ben posizionate per cogliere molte opportunità legate al successo mondiale del “Brand Italia”, così come prospettive comuni di sviluppo sono inoltre legate al potenziamento delle infrastrutture stradali e ferroviarie in grado di consentire alle industrie locali, anche attraverso il porto di Ravenna, di avere un efficiente collegamento, tra l’altro, verso il Nord Est e l’Europa orientale attraverso il corridoio Baltico-Adriatico.