
Martedì 23 è stato sottoscritto un accordo dai comuni di Ferrara, Modena e Bologna
Nel pomeriggio di martedì 23 giugno è stato sottoscritto dai rappresentanti dei Comuni di Ferrara, Modena e Bologna, un protocollo che punta a favorire l’utilizzo della mediazione sociale per migliorare la convivenza in contesti urbani ad alta complessità socio-culturale e linguistica. L’accordo si inserisce nel progetto Fei Prisma – Percorsi in rete per l’Integrazione sociale e la mediazione abitativa, approvato dal Ministero dell’Interno nell’ambito del Programma annuale 2013 del Fondo Europeo per l’integrazione dei cittadini di paesi terzi.
Il comune di Ferrara è stato promosso a “capofila” dell’accordo, e intende definire modalità condivise d’intervento in relazione sia a fenomeni di incomprensione e rifiuto tra gruppi sociali e culturali; sia a dinamiche di conflittualità abitativa e di vicinato; oltre che in rapporto a problemi di degrado delle modalità d’utilizzo dei complessi abitativi e degli spazi pubblici; e a problemi di accesso all’alloggio per cittadini in condizione di fragilità economica ed esclusione sociale. Sono in particolare due i contesti nell’ambito dei quali il protocollo mira a favorire l’applicazione delle pratiche di mediazione sociale: il contesto abitativo e il contesto socio-urbano.
A Ferrara e provincia il progetto Prisma ha coinvolto l’area ex Gad, il complesso Acer di via Bentivoglio e i territori di Portomaggiore e di Cento. In questi ambiti, sono state scelte le zone con un particolare tasso di conflittualità, marginalità e complessità sociale e attraverso gli interventi previsti dal progetto Prisma, che ha visto coinvolti operatori, associazioni e servizi, sono stati sviluppati percorsi di ascolto, coinvolgimento e responsabilizzazione sociale, potenziando interventi già in essere o attivandone di nuovi, in un’ottica di prevenzione e stimolo alla coesione.
All’evento finale del progetto, che si è svolto ieri, è intervenuto anche Roberto Merlo, esperto in prevenzione e mediazione sociale che ha già collaborato con il Comune di Ferrara per progetti di formazione e stimolo alla coesione sociale.
“Dobbiamo essere consapevoli che noi stiamo dietro alle persone, quando va bene accanto, ma non davanti – ha dichiarato Merlo. – Dobbiamo fare l’unica cosa che possiamo, ovvero innescare processi che vanno accompagnati, pur senza sapere prima dove vanno. Un progetto come questo protocollo di intesa, che può sembrare piccolo, ha in realtà un significato enorme anche dal punto di vista delle potenzialità di recupero di una modalità di lavoro che sempre più si fatica a rintracciare tra i servizi”. Una modalità di reciproco confronto tra cittadini, istituzioni e terzo settore per condividere percorsi e obiettivi adeguati alle nuove esigenze di una società in mutamento.