Trasportato all’ospedale da un campo sportivo

Un ragazzo di 14 anni è stato colpito da un grave ictus: è stato salvato all’ospedale S.Anna. Il il 20 agosto scorso i medici hanno accolto al Pronto Soccorso giovane che versava in condizioni molto critiche.

“Fra le tante situazioni angoscianti che come neurologo devi affrontare durante la guardia in ospedale, non vorresti mai trovarti di fronte a un giovane con un ictus cerebrale”. Esordisce così Valeria Tugnoli, Direttore Facente Funzione dell’Unità Operativa di Neurologia dell’Ospedale S. Anna, che quel pomeriggio di agosto ha assistito il 14enne arrivato al Pronto Soccorso con una emiplegia (deficit motorio di una parte del corpo).  Il giovane – proveniente da un campo sportivo non lontano da Cona – arriva in una situazione molto grave: non è pienamente cosciente e la parte sinistra del corpo è gravemente paralizzata. Viene esclusa l’emorragia cerebrale e la diagnosi è quella di ictus ischemico.

La scelta dell’ospedale di Cona non è stata casuale, spiega l’Azienda ospedaliera-universitaria: qui è attivo da oltre un anno il “percorso stroke” (Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale – PDTA ICTUS) provinciale, che offre la preziosa possibilità di avere a disposizione lo stroke team, un’unità di emergenza multidisciplinare che tratta proprio questo tipo di patologie e che in questo caso è stata fondamentale per salvare il paziente. Già al momento del soccorso del 118 si allerta il neurologo di guardia che attiva tutto lo “stroke team”. Quando l’ambulanza arriva in Pronto Soccorso, il medico del Pronto Soccorso, il Neurologo, il Rianimatore e il Neuroradiologo sono già presenti per soccorrere il giovane paziente.

In quel momento nessuno è a conoscenza della causa della trombosi cerebrale, ma tutto il team di professionisti che sta assistendo il ragazzo ha ben chiaro che agire con tempestività è prioritario; l’obiettivo primario è di ottenere la riapertura dell’arteria chiusa dal trombo il più rapidamente possibile per ripristinare il flusso cerebrale e salvare quanto più  tessuto cerebrale possibile  “Time is Brain” (“Il tempo è cervello”).

L’èquipe ha eseguito una TAC cerebrale d’urgenza e – grazie ad avanzate tecniche diagnostiche – ha potuto documentare l’occlusione di una grossa arteria cerebrale e come buona parte del tessuto cerebrale potesse ancora essere salvato; è seguito un confronto tra i diversi specialisti coinvolti per assicurare al ragazzo il miglior esito.

“Trattandosi di un caso pediatrico, per cui non esistono in Italia e nel mondo linee guida o indicazioni terapeutiche definite, ogni passaggio e decisione sono stati condivisi con i genitori, puntualmente informati”, precisa Valeria Tugnoli che aggiunge: “dopo attenta valutazione e discussione collegiale dei possibili rischi e vantaggi è stata avviata una terapia trombolitica endovenosa per sciogliere il trombo causa dell’ictus ischemico acuto”.

“In casi come quello descritto” – spiega Andrea Saletti, responsabile della neuroradiologia interventistica e membro dello Stroke Team – “la terapia endovenosa ha una bassa percentuale di successo (circa il 30%) quindi abbiamo prontamente trasferito il ragazzo in sala angiografica per verificare che nel suo caso la terapia si stesse rivelando efficace”.  Sfortunatamente il flusso sanguigno è stato ripristinato solo in parte. Quindi è entrata in campo l’utraspecializzazione dell’équipe che ha deciso di “catturare” il trombo e rimuoverlo dal corpo grazie ad una tecnica, la trombectomia,  che prevede l’uso di uno stent (una minuscola gabbia metallica) che ha anche la funzione di bypass temporaneo. “Questa tecnica, che nell’esperienza ferrarese permette la ricanalizzazione dell’arteria in oltre l’80% dei casi, rappresenta un’eccellenza per il S. Anna” precisa Saletti “ed è possibile eseguirla solo grazie alla presenza di un neuroradiologo interventista esperto e che in particolare abbia un’adeguata esperienza nel trattamento endovascolare dello stroke ischemico”.

Dopo alcuni giorni di osservazione nel Reparto di Rianimazione, è stato visto che il ragazzo ha avuto un ottimo recupero ed infatti – dopo  un breve percorso di riabilitazione – il paziente è stato dimesso completamente autonomo.

         “Il caso del giovane paziente è testimonianza della vera eccellenza che esiste a Cona -commenta l’Azienda – stroke team e rete dello stroke rapidi, efficienti e integrati, una diagnostica neuroradiologica all’avanguardia che in pochi minuti permette di visualizzare lo stato dell’encefalo, la sua perfusione e la sede della trombosi, neurologi esperti che mettono a disposizione le proprie conoscenze, neuroradiologi interventisti che affrontano con estrema abilità il delicato intervento di disostruzione meccanica. La realtà che vede Cona come uno dei due soli centri regionali in grado di attivare appieno il percorso assistenziale dell’ictus, ha saputo mettere a disposizione tutte le sue risorse per combattere e vincere l’ischemia cerebrale in un giovane ragazzo evitando la terribile esperienza della disabilità, con una trattamento mai prima d’ora realizzato in Italia in un quattordicenne.

Questo è solo uno dei molti episodi che ha affrontato lo stroke team del S. Anna; l’équipe infatti, grazie all’esperienza maturata in questi anni, ha raggiunto un livello di competenza tale da rendere questa unità di emergenza un riferimento regionale ed extraregionale. In particolare la tecnica di trombectomia appena descritta – che viene eseguita dal neuroradiologo interventista – non può essere fatta da chiunque ma necessita di una grande esperienza e specializzazione. Inoltre, viene riservata a casi specifici e particolarmente gravi, nel caso in cui la terapia farmacologica trombolitica sia inefficace o addirittura non indicata. Grazie a questo trattamento, infatti, si può ottenere una completa autonomia della persona colpita da ictus nel 50% dei casi.

Di recente l’Ospedale S. Anna proprio per la sua competenza in questo settore, è stato selezionato per partecipare ad uno studio internazionale chiamato SITS Open che coinvolge 30 strutture ospedaliere a livello mondiale coordinato dall’Istituto Karolinska di Stoccolma per verificare l’efficacia della terapia combinata, endovena + trombectomia.  Il risultato servirà a definire future linee guida nella cura dell’ictus cerebrale ischemico”.

 

L’APPROFONDIMENTO. La Letteratura mondiale evidenzia come ogni anno 6 bambini di età inferiore a 18 anni su 100,000 sono colpiti da stroke e di questi il 10% muore, il 20% presenta una recidiva e il 70% presenta gravi disabilità o complicanze. Per quanto riguarda le terapie innovative, la letteratura mondiale descrive in età pediatrica singoli casi trattati con il farmaco trombolitico alteplase (rt-PA), in grado di attivare il plasminogeno, enzima che degrada la fibrina dei trombi, sciogliendoli. Nelle casistiche più numerose solo 1-2% di bambini con ictus sono stati trattati, mentre è stato descritto un solo caso di terapia con rt-PA in vena e successivo trattamento endovascolare in un bambino danese.

La Neurologia di Cona è centro Hub per lo stroke con neurologi esperti presenti costantemente in guardia attiva e una stroke unit dedicata al monitoraggio e cura dei pazienti nell’ambito della rete provinciale dell’ictus. Il percorso assistenziale del paziente con stroke è ben declinato nel documento che, primo in Italia, è stato stilato fra i professionisti dell’Azienda Ospedaliero Universitaria e ASL di Ferrara. Sono definiti i vari passaggi del percorso assistenziale multiprofessionale e multidisciplinare al fine di rendere tempestivo, integrato, omogeneo e coordinato il soccorso del paziente con ictus nella provincia di Ferrara.