
Al S.Anna di Cona. “Cosa mai tentata prima in Italia”
“Un anno fa abbiamo salvato la milza ad un bambino di 4 anni, cosa mai tentata prima in Italia e con pochi casi riportati nella letteratura scientifica mondiale”. Roberto Galeotti, primario del Reparto di Radiologia Vascolare ed Interventistica dell’Ospedale S. Anna a Cona, che descrive solo oggi – dopo aver concluso e monitorato tutto il percorso terapeutico del bambino – la vicenda che ha coinvolto il suo staff.
“Il piccolo, cadendo in casa, aveva riportato una grave frattura della milza e grazie al nostro intervento ha potuto riacquistare la funzionalità di un organo così importante per la sua vita futura. Il salvataggio di una milza lesionata da un trauma è fondamentale per il ritorno ad una vita normale, con una riduzione delle complicanze ed una prognosi favorevole accelerata”.
L’intervento sul bimbo è stato messo in atto utilizzando una procedura detta embolizzazione. Quando si parla di embolia si pensa immediatamente ad una condizione estremamente grave; in effetti lo spostamento di un coagulo di sangue verso i polmoni o il cervello può causare danni anche irreversibili. Con un termine molto simile, embolizzazione, si parla invece di una procedura non chirurgica e minimamente invasiva che può salvare la vita del paziente.
Ma cos’è, al lato pratico, un’embolizzazione? È una procedura che comporta la chiusura selettiva e controllata dei vasi sanguigni, introducendo al loro interno degli emboli sintetici (micro sfere in materiale plastico) che quindi causano un blocco. Questa azione deve essere, ovviamente, estremamente precisa e mirata al solo vaso sanguigno da trattare; la precisione è ottenuta con l’utilizzo di piccoli cateteri introdotti con una semplice anestesia locale attraverso l’arteria femorale e possono essere portati praticamente in tutte le parti del corpo. Questa “navigazione interna” è sicura perché controllata attraverso apparecchiature radiologiche denominate angiografi. L’embolizzazione è usata per trattare una vasta gamma di condizioni acute che colpiscono diversi organi del corpo umano ed è mirata principalmente alla cura di gravi emorragie, sia spontanee sia post-traumatiche. Tra quelle spontanee ricordiamo tutte le emorragie del tubo gastroenterico (legate ad ulcere gastriche o duodenali, a malformazioni artero-venose od aneurismi, a diverticoli ecc.), le emorragie bronchiali in pazienti affetti da malattie polmonari croniche e gli ematomi interni spontanei nei pazienti sottoposti a terapia anticoagulante. Tra quelle post-traumatiche sono significative le emorragie da gravi fratture ossee, in particolare quelle complesse del bacino, e soprattutto quelle secondarie alla contusione dei grossi organi addominali, quali fegato, reni e milza.
Dal 2008 ad oggi si è assistito ad un incremento quasi esponenziale del numero di embolizzazioni eseguite in emergenza all’interno del Reparto di Ferrara; da un minimo di 25 nel 2008 a ben 71 nel 2013, per un totale di più di 300 procedure. Nel 2014 il trend mostra un costante aumento della necessità di questa procedura. Questi valori risultano allineati a quelli dei più grossi centri ospedalieri italiani, grazie anche alla tecnologia d’avanguardia a disposizione ed alla pronta disponibilità dell’équipe attiva 24 h su 24 su tutto il territorio (quindi non solo Ferrara ma anche in provincia).
L’impiego delle metodiche radiologiche-interventistiche comporta un più favorevole rapporto costo-beneficio in ambito sanitario ma, soprattutto, permette di ottenere risultati spesso superiori a quelli ottenibili con le più invasive e costose terapie mediche e chirurgiche usuali. Le procedure comportano, infatti, minori rischi e minori disagi per il paziente, una riduzione dei tempi di ricovero e un raro uso dell’anestesia generale.