Marianna Golub ha aiutato un paziente romeno ad interagire con i medici

L’équipe guidata da Michele Cavallo, Direttore dell’Unità Operativa di Neurochirurgia dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria S. Anna di Ferrara mercoledì 9 luglio ha eseguito un intervento di craniotomia con paziente sveglio (definito awake craniotomy) per trattare un tumore al cervello. Il team affronta regolarmente questo tipo di interventi: ma questa volta il paziente era un cittadino romeno e si è reso necessario l’intervento di una mediatrice culturale e linguistica, Marianna Golub, 38 anni, di origini moldave, che ha tradotto le sensazioni del paziente. Senza timori e difficoltà. La sua collaborazione, spiega l’Azienda Ospedaliero-Universitaria “ha permesso ai medici di monitorare e controllare il linguaggio del paziente durante le delicate fasi dell’asportazione del tumore e lo ha seguito poi in reparto quando l’intervento è terminato.

Questo servizio di mediazione culturale e linguistica – già presente da anni nella quotidianità della vita ospedaliera – esteso anche all’ambito della sala operatoria, ha rappresentato un valore aggiunto importantissimo che si è unito alla professionalità del personale sanitario che ha seguito il caso”.

“Ringrazio la mediatrice culturale che si è prodigata oltre il dovuto in questo delicato e per lei probabilmente insolito servizio” – ha dichiarato il dott. Cavallo –  “e, ovviamente, tutto lo staff presente in sala operatoria: medici infermieri, tecnici e OSS che hanno permesso di ottenere un ottimo risultato”.

 

La storia

La mediatrice culturale e linguistica, Marianna Golub ha seguito il caso offrendo la sua professionalità per aiutare i sanitari nello svolgimento delle procedure ha conosciuto il paziente prima dell’intervento aiutandolo nelle fasi preparatorie e spiegando tutti i passaggi non solo al diretto interessato ma anche ai suoi famigliari. Ecco il suo ricordo.

 

F. arriva al S. Anna di Cona a seguito di numerosi svenimenti e – dopo gli opportuni accertamenti – gli viene diagnosticato un tumore al cervello che bisogna rimuovere attraverso un’operazione chirurgica. Qui inizia il percorso che si intreccia con la mediatrice che lo segue passo a passo e aiuta la comunicazione tra lui e i sanitari.

F. è un uomo di 59 anni, padre e nonno, che attualmente lavora nel settore agricolo. Il primo incontro con la mediatrice è il 7 di luglio quando si è svolto un colloquio con la psicologa che l’ha sottoposto ad alcuni esami di carattere cognitivo al fine di verificare la sua capacità di riconoscere gli oggetti e pronunciare correttamente il loro nome. Il secondo incontro è avvenuto con l’anestesista che ha spiegato come si sarebbe svolto l’intervento e cosa sarebbe successo una volta svegliato durante la craniotomia.

Al momento dell’intervento c’è stato anche l’incontro con il dott. Michele Alessandro Cavallo (Direttore dell’Unità Operativa di Neurochirugia) e la sua équipe. L’intervento, molto complesso, ha previsto diverse fasi: in una di queste è stata fondamentale la presenza della mediatrice perché mentre il neurochirurgo stimolava alcune zone del cervello, la psicologa poneva delle domande al paziente. Tutto questo si è rivelato fondamentale per preservare le funzioni cognitive dell’uomo e perché l’intervento avesse buon esito.

Il paziente, durante tutto il suo percorso all’interno della struttura, si è sempre dimostrato tranquillo e fiducioso nei confronti delle persone che lo seguivano e ha ripetuto più volte “….io no paura, niente nervi (ndr non sono nervoso), niente stress, niente emozii (ndr non ho nessuna emozione),… io curioso !!!”.

Anche dopo l’operazione, al ritorno in reparto, l’ausilio della mediatrice è stato importante. Infatti la prima persona che ha visto F. è stata la moglie. Ed è stata Marianna a rispondere a tutte le domande della donna e a fare da tramite fra i medici e la famiglia.

Un intervento unico nel suo genere che mette in risalto l’importanza di un team interdisciplinare pronto ed aperto a nuove esperienze.