
Ferrara - A guardare le previsioni di assunzione nel settore privato nella provincia di Ferrara, contenute nel Sistema Informativo Excelsior, di Unioncamere, Ministero del Lavoro e Camera di commercio di Ferrara, per agganciare l’ancora debole ripresa le imprese ripartono dagli addetti alla produzione e dai progettisti, piuttosto che dal back office, confidando così di dare nuovo impulso alla propria attività. Più opportunità quindi per operai specializzati, conduttori di impianti, addetti alle vendite e alla ristorazione ma anche per ingegneri e altre figure dal profilo scientifico. Meno per impiegati e tecnici.
“Sebbene il contesto economico ancora non presenti significativi segnali di inversione del ciclo, le nostre imprese hanno ricominciato a investire – tra mille cautele – sul capitale umano”, ha sottolineato il presidente della Camera di commercio, Paolo Govoni, commentando i dati delle previsioni di assunzione per il 2014 del Sistema informativo Excelsior di Unioncamere e Ministero del Lavoro. Per Govoni “l’aumento – sebbene lieve – delle imprese ferraresi che quest’anno si propongono di assumere, guidato soprattutto dalle esportatrici e innovatrici, e il relativo aumento delle entrate programmate sono un importante segnale di vitalità del sistema produttivo ferrarese. Che tuttavia, anche in un momento in cui il tasso di disoccupazione è particolarmente elevato, non smette di sottolineare la difficoltà di reperimento di diverse professioni. E’ l’ennesima conferma della necessità di continuare a investire sulle politiche che facilitino l’incontro domanda-offerta di lavoro a partire dai banchi di scuola, soprattutto attraverso l’orientamento e l’alternanza”.
Intanto, non ci resta che la famiglia. Sono 930 mila i “matrimoni di impresa” in Italia. Coppie cioè che hanno scelto di condividere un progetto comune sia nella vita privata che in quella lavorativa. E a Ferrara la famiglia sembra essere davvero uno degli ultimi baluardi contro la crisi. Da una recente indagine condotta dalla Camera di commercio emerge, infatti, che per 8 ferraresi su 10 la difficile situazione economica non ha influito sui rapporti famigliari. Anzi, per oltre il 4% la crisi ha unito maggiormente la famiglia.