Ferrara – La brutta notizia passa veloce sui social network e la malinconia coinvolge migliaia di persone che lo hanno conosciuto e che hanno potuto apprezzare il cielo stellato dal suo osservatorio astronomico auto-costruito nelle campagne ferraresi.

Angelo Fiacchi, 74 anni e un cervello da ventenne, ha raccontato la sua vita e quella delle stelle e delle rocce a generazioni di fortunati che sono arrivati al suo osservatorio grazie ai racconti di amici. Dalla sua calottina a stretto contatto con le stelle “Anzul”, come lo chiamano gli amici, ha mostrato quanto l’ingegno e la passione possano essere messi a frutto.

L’ossorvatorio di Fiacchi è stato costruito a partire dagi anni ottanta, un pezzo alla volta, ma ha aperto al pubblico solo nel 1991: da allora ogni sera – con il cielo sgombro – dalle 22 lui erà lì ad aspettare i suoi ospiti, che arrivavano senza preavviso e alla spicciolata, per guardare con lui i lcielo e farsi raccontare le meraviglie della vita.

Adesso che Fiacchi non c’è più, la memoria collettiva di Ferrara perde un amico, un confidente e la magia di un segreto che nessuno osava rivelare ma che tutti conoscevano.