Ferrara  - Vasco Errani ha confermato le proprie dimissioni e ha approfittato dell’ultima seduta dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna per tirare le somme del lavoro fatto in questi anni. 

“Siamo ciò che abbiamo fatto, le azioni concrete, i risultati e ovviamente anche i limiti. L’Emilia-Romagna è una grande regione, che ha saputo distinguersi nei sentimenti e nelle scelte. – ha detto nel suo discorso, spiegando la sua di scelta a seguito della condanna ad un anno per falso ideologico nel processo “Terremerse” - Ho voluto distinguere con nettezza e senza incertezza tra me e le istituzioni. È stata una scelta ferma, convinta e meditata, che non ho  mai messo in discussione, perché per me sopra ogni altra cosa viene l’istituzione. Se avessi fatto diversamente, non avrei corrisposto alla mia idea di politica e di governo”.

Sono questi alcuni dei passaggi del saluto di Errani che ha consegnato oggi stesso oggi stesso alla presidente dell’Assemblea la sua lettera di dimissioni, che avranno effetto da domani.

“Non esiste un modello Emilia-Romagna – ha proseguito – né tanto meno un modello Errani, esiste invece una regione, la nostra, che è una grande regione con una grande anima. La retorica del modello è statica, ferma, rigida, guarda indietro e non avanti, invece governare significa promuovere un cambiamento permanente, ed è ciò che abbiamo cercato di fare in questi anni. I risultati ottenuti non sono mai stati frutto del lavoro di un uomo solo, ma di tutte le persone e le capacità che costituiscono la vera ricchezza della nostra terra. Una terra che sono certo saprà essere all’altezza delle molteplici sfide che ha davanti”.

Secondo Errani, le sfide (da quella digitale alla trasformazione ecologica, ai cambiamenti demografici e antropologici), dovranno essere portate avanti attraverso l’innovazione e il riformismo: “Un riformismo, lo ricordo con orgoglio, che è nato proprio in questa terra, con la  cooperazione: quando due falegnami si sono messi a lavorare insieme non erano mossi soltanto da un bisogno materiale, ma da un’idea più alta del lavoro, capace di guardare in prospettiva futura”. 

Lavoro, ambiente, messa in sicurezza del territorio, gestione del terremoto e ricostruzione, formazione, sanità: durante il suo intervento il presidente ha ripercorso ciò che è stato fatto durante il mandato. “In questi anni abbiamo salvato migliaia e migliaia di posti di lavoro ed evitato che la crisi economica si trasformasse in una crisi sociale devastante. Dobbiamo esserne orgogliosi. Abbiamo cambiato la formazione, scegliendo la traiettoria più ambiziosa, quella dell’alta formazione: la nostra è la regione dei politecnici, poli d’eccellenza a livello nazionale. Poi la sanità: se oggi abbiamo un sistema sanitario nazionale universalistico è un grande merito di questa regione, perché il patto della salute è nato qui, per cercare di cambiare il modo di governare la sanità in Italia. Chi dice che siamo la regione dei servizi sociali e pubblici sbaglia, siamo la regione dove il welfare è di comunità, un sistema integrato che ha come unico obiettivo quello di dare servizi di alta qualità alle persone”.