
Ferrara – “Passare dalla gestione dell’emergenza a un progetto di sistema”. È questo l’auspicio dell’assessore alle Politiche sociali della Regione Emilia-Romagna Teresa Marzocchi in occasione della Giornata del rifugiato, che si celebra oggi, 20 giugno, in tutto il mondo.
L’Emilia Romagna è stata la prima Regione a inserire esplicitamente i rifugiati tra i destinatari degli interventi previsti dalla legge per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri immigrati (legge regionale 5/2004), e si contraddistingue come una “terra d’asilo”, per le numerose iniziative volte a rendere effettivo questo diritto fondamentale. Secondo i dati comunicati dalle Questure dell’Emilia-Romagna (escluse le Questure di Piacenza e Rimini), sono 3.765 i permessi di soggiorno attivi al 31/12/2013- leggermente in calo rispetto al 2012 – rilasciati a favore di immigrati bisognosi di protezione, sotto diverse forme: richiesta di asilo, Regolamento di Dublino, status di rifugiato, protezione sussidiaria e umanitaria. Persone, dunque, che non si trovano nel nostro Paese per motivi di lavoro, famiglia, studio, ma perché in fuga da persecuzioni individuali (religiose, politiche, etniche, di genere), da guerre o da violazioni generalizzate dei diritti umani.
Il dato certamente non esaurisce il totale delle presenze dei rifugiati in Emilia-Romagna: poiché sul territorio regionale vivono persone con permessi di soggiorno rilasciati da altre Questure (tipicamente quelle del Sud Italia, le zone di sbarco), e poiché la rilevazione non include le persone arrivate già a partire dai primi mesi del 2014 in seguito all’avvio dell’operazione “Mare Nostrum”. Le presenze risultano essere suddivise in maniera abbastanza equa tra i diversi territori provinciali, nello specifico Ferrara sarebbe a quota 332. Queste i numeri delle altre Provincie dietro Bologna: 1.079; Modena: 711; Forlì-Cesena: 157; Ravenna: 377; Parma: 523; Reggio Emilia: 586.