
Ferrara - A Ferrara il lavoro diventa sempre più un problema: dai dati Ires Emilia-Romagna su dati INPS – Osservatorio sulla Cassa Integrazione Guadagni dal 2005 al primo trimestre del 2014 le ore di ammortizzatori sociali totali richiesti si è decuplicata, passando da 379.830 a 4.357.554.
In Emilia Romagna la crisi non da tregua: si passa dai 34,8 milioni di ore dello stesso periodo del 2013 ai 39,2 milioni di ore del 2014, senza contare i circa 4 milioni di ore di cassa in deroga non ancora contabilizzate a causa della mancata copertura finanziaria da parte del governo. Sono numeri impressionanti che denotano la mancata inversione di tendenza del trend negativo che ormai segna l’economia del nostro paese e della nostra regione negli ultimi 6 anni. A tutto ciò dobbiamo aggiungere la latitanza del governo nel finanziare gli ammortizzatori in deroga, che sta producendo un pericoloso ed inaccettabile dramma sociale.
Del miliardo e seicento milioni (1,6 miliardi di €), previsti dalla legge di stabilità del 2014 per la cassa integrazione in deroga, i lavoratori e le lavoratrici sospesi dal lavoro non hanno ancora visto un euro: ci sono migliaia di famiglie della nostra regione che da novembre del 2013 non percepiscono alcun reddito a causa della mancata copertura finanziaria.
“In attesa di riformare gli ammortizzatori sociali è urgente ed inderogabile dare risposta a questi lavoratori. – dice in una nota la Cgil – Da anni abbiamo presentato una proposta di riforma in grado di dare una risposta universale a chi viene sospeso dal lavoro a causa della crisi: siamo rimasti inascoltati ed oggi qualcuno pensa di risolvere il problema lasciando in mezzo alla strada decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori della nostra regione (centinaia di migliaia nel paese), facendo orecchie da mercante di fronte ad un dramma sociale di queste proporzioni. Siamo convinti che la soluzione della crisi passa attraverso scelte di politica economica, fiscale, industriale, che devono essere messe immediatamente in campo e sulle quali siamo pronti ad aprire un confronto serrato e in grado di produrre soluzioni adeguate ed immediatamente operative. Nella nostra regione il lavoro iniziato prima con il “Patto per attraversare la crisi” e poi il “Patto per la crescita”, sottoscritti da tutte le parti sociali e le istituzioni, sta proseguendo sull’utilizzo dei fondi strutturali, indirizzando le risorse della comunità europea al rilancio del sistema produttivo e dei livelli occupazionali: questi accordi hanno permesso di arginare in parte una crisi accentuata dagli eventi sismici che hanno colpito nel 2012 l’Emilia Romagna.”