Ferrara – Si è chiusa con successo la quinta edizione della Festa del Libro Ebraico in Italia, organizzata proprio dalla Fondazione, con il supporto di Ferrara Fiere.

“Tutti gli appuntamenti in programma sono andati benissimo: dai concerti, sempre affollati, ai convegni. Seguitissimo, ad esempio, quello su marrani e conversos, di cui pubblicheremo presto gli atti. – ha commentato Riccardo Calimani, Presidente della Fondazione MEIS – Nonostante una leggera flessione dovuta al maltempo, molto bene anche le vendite alla libreria del Chiostro di San Paolo, che hanno raggiunto il picco nelle giornate di Sabato e Domenica”.

E sulla stessa lunghezza d’onda sono le considerazione di Nicola Zanardi, Presidente della Fiera: “Sono molto soddisfatto dell’impatto che la città ha avuto nei confronti della Festa. La mia percezione è che, quest’anno, l’abbia sentita più sua, con una maggiore partecipazione e attenzione ai contenuti proposti, agli incontri con gli autori, ai concerti. Malgrado le condizioni meteorologiche non ci abbiano certo favoriti, l’obiettivo della Festa, che era quello di trasferire contenuti importanti, impegnativi, e di approfondire la conoscenza della cultura ebraica presso il pubblico più ampio, può dirsi completamente centrato”.

Esaurito il capitolo dei bilanci, Calimani guarda anche al futuro della Festa: “Di sicuro andrà avanti fino a quando non verrà aperto il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah. I fondi per completare il primo lotto ci sono e, una volta inaugurato il MEIS, si tratterà di ragionare sulla programmazione museale. A quel punto – prosegue –, la Festa dovrà necessariamente ‘cambiare pelle’. Non potrà più essere un evento estemporaneo, annuale, ma dovrà diventare in un certo senso permanente, in linea con il duplice carattere del Museo: in parte esposizione, in parte – soprattutto – laboratorio di idee, in cui convogliare tutte le energie che finora sono state assorbite dalla Festa”.