
A ottobre inizierà il processo di beatificazione che fu chiesto anche da Papa Giovanni Paolo II
Don Giovanni Minzoni fu ucciso a bastonate da due fascisti la notte del 23 agosto 1923, mentre passeggiava ad Argenta, in compagnia di un collaboratore della parrocchia. Aveva 38 anni anni.
“Don Minzoni fu un grande educatore, ma soprattutto un uomo libero” dice Andrea Baldini, sindaco di Argenta, che si appresta ad onorare solennemente il centenario dell’uccisione dell’arciprete di Argenta.
Domani il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, celebrerà la Messa nel Duomo nel duomo di San Nicolò dove da 40 anni riposano le spoglie del sacerdote. Venerdì 25 anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella sarà ad Argenta a rendere omaggio e fra gli eventi delle settimane successive verrà presentato un francobollo commemorativo ed un murale è stato realizzato dall’artista Riccardo Buonafede nel punto esatto dell’agguato.
Don Giovanni Minzoni, medaglia d’argento al valor militare, aveva partecipato alla prima guerra mondiale in qualità di cappellano militare. Partecipò a numerose battaglie e rimase vicino a molti militari feriti al fronte e nel 1918 sul Piave promosse un’azione che fermò l’avanzata degli austriaci.
Tornato ad Argenta iniziò la sua decisa zione sociale per creare occupazione vista la dilagante miseria del primo dopo guerra. Affittò una tenuta agricola e fondò la cooperativa degli ex combattenti, aprì un laboratorio di maglieria all’Opera pia, diede impulso alla biblioteca ed iniziò ad aiutare le famiglie in difficoltà, di qualsiasi colore politico fossero.
“La lotta contro il pensiero unico gli è costata la vita: in don Minzoni io vedo un martire della libertà, dice il Sidaco Baldini, e noi oggi abbiamo la volontà di ridare don Giovanni agli argentani”.